Lavoro, la laurea offre più chances e migliori guadagni. Poche possibilità per i laureati in lettere
Questa volta per la lente giornaliera voglio fare poca fatica, voglio diventare fannullone, come quelli che poi potranno chiedere al Governo il reddito di cittadinanza, destinato a questa benemerita categoria di persone. Perdonate lo scherzo, ma intendo diffondere un’interessante indagine pubblicata sul sito PMI.it, come al solito fonte di informazioni e notizie non solo sui temi del fisco, ma anche in merito ai problemi del lavoro.
Si dice che la laurea rappresenti sempre un titolo di studio ambito e determinante non solo per accedere a determinate professioni, ma anche per acquisire le competenze necessarie per svolgere al meglio un lavoro qualificato. Esistono, tuttavia, alcune specializzazioni universitarie che non sembrano spianare la strada per trovare un’occupazione.
L’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro ha reso noti i risultati di un’indagine che mostra la netta forbice tra l’offerta formativa universitaria nazionale e la reale occupabilità dei laureati. Il report Quale laurea dà maggiori opportunità occupazionali? L’analisi dei laureati trentenni in Italiasi basa sulla situazione lavorativa dei giovani laureati di età compresa fra i 30 e i 39 anni, mettendo in evidenza come il 19,5% degli oltre 1,7 milioni laureati residenti in Italia sia senza lavoro.
Piccola annotazione personale, quando avevo a 30 anni lavoravo già da sei, mi preparavo ad andare in Belgio per un nuovo impiego alla Ue, dalla quale scappai in tempo, vista la situazione odierna dell’Unione. Ma i tempi son cambiati, pare che oggi si sia giovani fino a 41 anni e la laurea ormai si consegue abbondantemente intorno ai 30 anni.
Tuttavia, ci rivela l’indagine, qualità non vuol dire sempre quantità. Figure professionali storiche cominciano ad essere meno richieste dal mercato.Qualche esempio.
Da un lato aumentano i laureati in Medicina, scienze economiche e sociali, psicologia: allo stesso tempo non sembrano incrementare di pari passo le richieste di figure specializzate in questi settori da parte delle aziende. Calano i laureati in Gurisprudenza così come diminuiscono le opportunità di lavoro nel comparto, mentre non sembrano esserci buone possibilità lavorative per i 287 mila laureati trentenni in Lettere, Filosofia e Storia dei quali il 25% non lavora e solo il 55,6% è occupato in ruoli che si allineano con il percorso di studi svolto.
Ecco un’indicazione utile per chi si accinge, dopo la maturità rinnovata, a intraprendere un ciclo di studi universitari. E’ certo importante la scelta secondo le proprie inclinazioni, ma forse è meglio guardare al sodo e orientarsi verso corsi di laurea che aprono migliori sbocchi lavorativi. Buona fortuna!