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Migranti Ue: tutti gli Stati fanno i furbi, frontiere sbarrate. La Ue sonnecchia, Italia e Grecia sommerse

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BRUXELLES – Ogni Stato membro s’appella al trattato di Dublino, al trattato di Schengen, al fine di sbarrare le proprie porte ai migranti. In nome dei Trattati, quelli di Dublino I – II e III, spetta ai Paesi di primo approdo risolvere l’annosa questione dei migranti. Va da sé, stando così le cose, che guardando le coste africane, non considerando Malta che fa orecchie da mercante e che, in fondo, è una piccola isola, l’unico Paese di primo approdo è l’Italia che, a questo punto, dovrebbe tenere per sempre aperte le porte 24 ore su 24. Questa è l’Europa degli egoismi, che deve cambiare, per diventare davvero l’Europa dei popoli e non Europa dei tecnocrati europei, tedeschi e francesi.

Il dito sulla piaga l’ha messo Matteo Salvini, che ha bloccato gli arrivi in Italia. Ad agosto sono stati in tutto 12.500 i migranti arrivati nella Ue, un numero in linea con lo stesso periodo del 2017. Ma se l’Italia, ad agosto, ha registrato un calo del 62% rispetto ad agosto 2017, con 1.500 migranti arrivati sulla rotta del Mediterraneo centrale; la Spagna, invece, sempre solo in agosto, ha registrato un’impennata di arrivi che ha sfiorato le 6.500 persone, un numero più che raddoppiato, rispetto ad un anno fa.

Cifre certificate da Frontex e che dimostrano il cambio di rotta – ed è il caso di dirlo – degli scafisti. E una striscia di mare sempre più battuta, con un traffico di uomini che cresce, quella tra il Nord Africa e la Spagna. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la Spagna è attualmente in cima alla lista degli arrivi. Per la prima volta nel corso degli ultimi anni, la rotta del Mediterraneo occidentale è divenuta la tratta più attiva dell’intera area, superando persino quella del Mediterraneo centrale che collega l’Italia alla Libia.

In queste ore si muove anche l’Austria, presidente di turno dell’Unione Europea, tanto che la Commissione ha confermato di aver ricevuto una notifica da quello Stato «che intende continuare a mantenere i controlli temporanei alle frontiere interne con Slovenia e Ungheria, fino a maggio 2019, quindi per altri sei mesi». Un pratico deterrente per sbarrare le porte ai migranti. E ciò sempre in nome delle regole.

La Germania, dal canto suo, nei primi sei mesi del 2018 ha presentato 10.748 domande di respingimento verso l’Italia, nella maggior parte legate al regolamento del trattato di Dublino. Di questi, sono stati rimandati in Italia 1.692 persone.

Intanto, sempre per la gioia della Spagna, a Melilla un gruppo di profughi cerca di scavalcare la recinzione al confine dell’enclave spagnola con il Marocco. Proprio domenica scorsa 300 migranti hanno preso d’assalto il confine. Negli scontri sono rimasti feriti diversi poliziotti, un uomo è morto per arresto cardiaco.

A conferma che il problema deve essere risolto a livello europeo, ma ormai tutto sarà rinviato a dopo le elezioni del maggio 2019, per le quali si prevede un’avanzata dei cosiddetti populisti e sovranisti. E allora le cose potrebbero cambiare di molto anche per la neghittosa Ue e i paesi furbetti del quartierino, in particolare Francia e Germania, richiamati, una volta tanmto, all’ordine e a far fronte ai loro doveri, sempre evasi con la complicità e la benevolenza di Commissioni Ue compiacenti, tipo quella presieduta da Juncker.


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Ezzelino da Montepulico


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