Manovra al Quirinale: c’è il terreno per il terzo figlio. Regioni: tagli a chi non cancella i vitalizi
ROMA – E’ stata inviata al Quirinale l’ultima bozza del testo della manovra, quella rivista nell’ultimo vertice di governo a Palazzo Chigi. Contiene 108 articoli, contro i precedenti 115 spalmati in 77 pagine. «La legge di bilancio a cui abbiamo lavorato fino a ieri notte ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato ed è stata inviata al Quirinale. Stiamo lavorando per far crescere il nostro Paese, avanti così». Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
AULA – La legge di Bilancio approderà nell’Aula della Camera tra il 29 ed il 30 novembre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Nelle giornate del 21 e 22 novembre non ci saranno sedute d’Aula per consentire alle commissioni l’esame della manovra. Intanto è giallo sull’incremento del fondo alle famiglie:la nuova bozza della manovra datata il 30 ottobre non contiene la misura che aumentava gli stanziamenti di 100 milioni all’anno dal 2019, così come invece previsto dalle versioni precedenti della legge di bilancio. La norma prevedeva il sostegno a misure in favore della natalità, della maternità e della paternità per contrastare la crisi demografica. Ma fonti del ministero della Famiglia puntualizzano che: «L’incremento di 100 milioni di euro del fondo per le politiche della famiglia non è saltato, è stato solo inserito, trattandosi del potenziamento di un fondo esistente, nella seconda sezione della legge di Bilancio».
REGIONI – Per quelle Regioni che non tagliano i vitalizi di presidenti e consiglieri regionali saranno ridotti dell’80% i trasferimenti, senza tuttavia toccare i fondi a Sanità, scuole per disabili e altri servizi essenziali. E’ questa la norma, a quanto si apprende da fonti del Movimento, che il M5S sta inserendo nella legge di bilancio che oggi arriva in Parlamento.
INVESTITALIA – Arriva una struttura di missione per il supporto alle attività del presidente del Consiglio dei ministri di coordinamento delle politiche del governo e dell’indirizzo politico e amministrativo dei ministri in materia di investimenti pubblici e privati: lo prevede una bozza della manovra del 30 ottobre dove si legge che la struttura prende il nome di InvestItalia. La misura, sempre secondo quanto viene riportato sul testo, è in attesa di valutazione politica: proprio di questo si è discusso in una riunione ieri sera a Palazzo Chigi il cui esito sarebbe stato – viene referito da più fonti di governo – interlocutorio. Per la norma vengono stanziati 25 milioni all’anno dal 2019 e si prevede che la struttura sia istituita con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che operi alle dirette dipendenze del premier anche in raccordo con la Cabina di regia Strategia Italia prevista dal decreto legge Genova.