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Pd scende ancora nei sondaggi, al 16%. L’amara riflessione del sindaco Sala, ci manca un leader

Sala

Il Pd un po’ alla sbando, orfano della guida di Martina (si fa per dire), cerca di recuperare una linea unitaria e soprattutto un leader in vista dell’Assemblea e del Congresso che dovrebbero ridare smalto e slancio a un partito sull’orlo del collasso, sceso, secondo gli ultimi sondaggi, al 16%, minimo storico.

La candidatura di Zingaretti non sembra raccogliere unanimi consensi, un candidato ritenuto debole e famoso perché «fratello di Montalbano». Maggiore lo spessore di Minniti, molto apprezzato, più dalle opposizioni che dal Pd, per la sua azione come ministro dell’Interno.

Qualche persona di buon senso riflette e lancia un avvertimento al partito. E’ il caso del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che giustamente punta il dito sulla politica completamente sballata, da parte di Renzi e del Pd, in tema d’immigrazione.

«A sinistra abbiamo perso troppo tempo sull’immigrazione. Serve un piano nazionale per l’integrazione, servono fondi e impegno. Se non affrontiamo le paure e i bisogni dei nostri concittadini, come sinistra resteremo al 15%; Salvini dice riporto 600 mila immigrati a casa loro: in media rimpatriamo 20 mila persone all’anno. Quando iniziamo a chiedere conto di tutte queste balle?».
«Ci sarà pure una via di mezzo – osserva giustamente Sala – tra Salvini che dice chiudiamo i porti e la sinistra che per anni ha detto siamo tutti fratelli. Gli immigrati che arrivano dall’Africa partono da un tessuto diverso dal nostro. Se non integrati, hanno più facilità a ritrovarsi per strada e quindi a delinquere. La gente è razzista? Parte dal concreto. Se – dice Sala – l’immigrato bivacca nel parchetto dove gioca mia figlia, se nella graduatoria per le case popolari a lui la assegnano prima di me… Non siamo razzisti ma lo diventiamo quando gli immigrati toccano i nostri bisogni e opportunità».
«Al Pd – prosegue – manca prima di tutto un leader, ma non può ripartire da persone della mia età. In confronto a M5S e Lega, noi non siamo giovani e abbiamo facce usurate: e pensando alle ultime foto della campagna elettorale, con la manifestazione antifascista a Macerata, lo dico da antifascista è un errore usare l’antifascismo come simbolo della nostra esistenza politica. Ed è stato un errore aver troncato il dialogo con M5S: Sulle singole cose ci sentiamo diversi, ma le istanze comuni ci sono. Ripartiamo da quelle». Un pensiero ai possibili legami del Pd con personaggi come Fico, M5S.

Una critica feroce della politica portata avanti da Renzi, divisiva, isolazionista, personalistica, che ha condotto alla sostanziale disgregazione del partito e al massimo disorientamento degli elettori, che non si riconoscono più nel Pd. Un’esclusione, anch’essa giusta, di tutta la vecchia guardia del Pd, ormai fuori gioco, ma senza l’indicazione di una prospettiva di rilancio del partito, che ha perso credibilità fra i suoi vecchi elettori e ha perso il contatto con la realtà. Non gioveranno certo, come dice Sala, una nuova apertura all’immigrazione incontrollata per conquistarne, in futuro, i voti, o un ritorno sulla scena del rottamatore, al quale non crede più nessuno. Ma nemmeno la candidatura di Minniti, pur l’unica valida che sembra profilarsi all’orizzonte, sembra essere il toccasana per il rilancio del vecchio partito di Togliatti. Che se vedesse lo stato dell’attuale Pd resterebbe sicuramente inorridito ed indignato.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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