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Morte Niccolò Ciatti: la famiglia incarica il legale del caso «Gordo»

Niccolò Ciatti

FIRENZE – Dopo il viaggio del sindaco in Spagna, la famiglia di Niccolò Ciatti, il giovane fiorentino ucciso in discoteca a Lloret de Mar (Spagna) il 12 agosto 2017, annuncia di aver incaricato di seguire la vicenda processuale l’avvocato Agnese Usai di Padova che, a suo tempo, assisté la famiglia di Federica Squarise, la 21enne veneta stuprata e uccisa nel 2008 proprio a Lloret de Mar dall’uomo
soprannominato «el Gordo», al secolo Victor Diaz Silva, condannato poi a 17 anni con sentenza diventata definitiva del tribunale di Girona. L’avvocato Usai affiancherà i colleghi incaricati in Spagna dalla famiglia Ciatti, gli avvocati Francesc Fernandez Cò e Cristian Maiolo. Il 16 novembre tutti i legali di Ciatti si riuniranno a Girona per fare il punto sull’istruttoria in corso.

Il processo, ha detto l’avvocato Usai, dovrebbe tenersi nel giugno 2019 e, anticipando alcuni obiettivi processuali, ha detto: «C’è un solo accusato di omicidio in carcere, ma furono tre ad aggredire Niccolò per ucciderlo, inoltre citeremo la discoteca come responsabile civile: quella sera non risultavano addetti alla sicurezza nel locale».

Ancora sui presunti responsabili, l’avvocato Usai ha evidenziato il fatto che in carcere c’è quello che ha colpito Niccolò con tecniche
da arti marziali, col calcio al volto quando ormai era in terra. In realtà, secondo illegale, «anche gli altri due concorsero nell’omicidio e non ritengo sufficiente la misura di non uscire dall’area dei Paesi Schengen», mentre vivono a Strasburgo (Francia). I tre sono nella Ue per concessione dell’asilo politico ottenuto per vicende belliche in Cecenia. «Il video disponibile è una prova regina – ha detto ancora
l’avvocato Usai – mostra una violenza sproporzionata, una volontà omicida, un’esecuzione, Niccolò subisce il colpo di grazia quando ormai ha dato segni di cedimento fisico evidenti e non poteva più difendersi, né parare i colpi».

Gli avvocati di Ciatti vogliono citare in giudizio la discoteca Saint Trop, dove avvenne l’omicidio, come responsabile civile, essendo mancato, secondo loro, un servizio interno di security. «La discoteca compare adesso in istruttoria come parte offesa – dice l”avvocato Usai – ma vogliamo ribaltare questa posizione perché nell’omicidio di Niccolò ci fu responsabilità della gestione del locale». Nella prossima riunione gli avvocati di Ciatti valuteranno i racconti di altri testimoni, sei giovani italiani che erano nella discoteca e che si sono fatti avanti per testimoniare rispondendo all’appello della famiglia. Sono racconti che si aggiungono a quelli degli amici di Ciatti, già verbalizzati dai magistrati spagnoli. Questi nuovi testimoni potrebbero aggiungersi alla lista testi che gli inquirenti spagnoli stanno
compilando. Tra l’omicidio di Federica Squarise e quello di Niccolò Ciatti «le dinamiche sono diverse – ha detto l’avvocato Usai –
però ci sono aspetti processuali simili da valutare con ottica spagnola, mi riferisco tra l’altro all’organizzazione del processo che si terrà a tamburo battente, cioè concentrato in udienze una di seguito all’altra, giorno dopo giorno. Il processo dovrebbe tenersi nel giugno 2019 davanti al tribunale di Girona, dove giudicherà un organo che corrisponde alla nostra corte d’assise con tre giudici e giuria popolare».

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