
Migranti: è lecito verificarne l’età attraverso esami radiografici. Verdetto della Cassazione

ROMA – E’ non solo pienamente legittimo ma anche doveroso accertare l’età anagrafica dei migranti che dicono di non essere maggiorenni e non hanno documenti che possano provarlo sottoponendoli ad esami radiografici che svelino la longevità del loro corpo, esaminando in particolare le ossa. Lo sottolinea la Cassazione che ha confermato l’espulsione di un giovane migrante proveniente dal Gambia che sosteneva di essere minorenne e di aver quindi diritto a
rimanere in Italia. Ad avviso della difesa del ragazzo, il provvedimento di espulsione del Giudice di pace di Bologna, emesso nel dicembre 2017, doveva essere annullato perchè si era basato non solo sull”ingresso in Italia ma anche sull”accertamento dell’età, effettuato in base a esami radiografici che si sarebbero dovuti ritenere privi di valenza scientifica e giuridica, e nonostante l’avvenuta produzione di documentazione attestante la minore età.
Nella sua ordinanza, ha replicato la Suprema Corte, il Giudice di pace ha messo in evidenza che era stata accertata la presumibile età di diciannove anni in base ad apposita perizia medico legale.
Secondo il parere degli ermellini, deve essere affermato il principio per cui ove l’età della persona interessata risulti incerta, il ricorso al metodo di indagine di ordine medico legale, onde stabilirne quella effettiva, è non solo pienamente legittimo ma addirittura doveroso, non potendosi ritenere
altrimenti surrogabile mediante metodo dotato di altrettanta affidabilità. Così il giovane migrante gambiano, con il verdetto 28860 della Sesta sezione civile, ha visto svanire ogni speranza di ottenere dall’Italia lo status di rifugiato.