
Spread, allarme di Bankitalia: «Rischi per il debito». Ma c’è mano tesa dell’Ue all’Italia

BRUXELLES – L’Ue non chiude la porta all’Italia. Anzi, tende la mano anche in attesa dell’incontro, sabato, tra il premier Giuseppe Conte e Jean-Claude Juncker. Intanto da Bankitalia arriva un allarme:lo spread rischia di far salire il debito. «Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti – dice l’istituto – a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente». Anche Moody’s interviene sulla situazione dell’economia italiana e avverte: «Lo scontro con Ue manterrà alto lo spread».
«La nostra porta resta aperta – dice il commissario Ue Pierre Moscovici – e sono convinto che potremo trovare un accordo su soluzioni condivise nell’interesse degli italiani e della zona euro. E’ un percorso impegnativo ma praticabile e io ci voglio credere. Il nostro fine non è quello di sanzionare le autorità italiane, nè di interferire negli affari interni del Paese».
«E’ nell’interesse di tutti continuare a dialogare e andare avanti nella ricerca di soluzioni comuni – sottolinea Conte – a Bruxelles spiegheremo le nostre ragioni e ci confronteremo molto serenamente in modo spero molto costruttivo. Ho varie argomentazioni e le esporrò dettagliatamente».
«Le misure – afferma il vicepremier Luigi Di Maio – partiranno nei tempi previsti, quota 100 partirà nei primi mesi del 2019 insieme al reddito di cittadinanza e significa dare alle imprese la manodopera qualificata che aumenterà gli investimenti. Noi dobbiamo provare un dialogo a oltranza con tutti i commissari europei, con la commissione per spiegare la bontà di queste misure ma soprattutto per spiegare che la manovra può migliorare sopratutto nel taglio agli sprechi. Di tagli ne possiamo fare di più, perché non abbiamo completato in 5 mesi di governo tutte le istruttorie che servivano per tagliarli tutti. La manovra può migliorare per quanto riguarda la dismissione di immobili inutili: questo è un Paese che ha accumulato un patrimonio pubblico di immobili, asset secondari che si possono vendere. Può migliorare – aggiunge il vicepremier – rafforzando l’impegno sul 2,4 per cento di deficit che abbiamo preso: si parte col 2,4 e si arriva al 2,4. Capisco che la Commissione europea ha paura che questo governo si possa comportare come governi precedenti, cioè con la truffa dei numeri. I governi precedenti dicevano facciamo solo 1,8% di deficit all’inizio dell’anno e poi alla fine arrivava altro deficit, il che significa indebitare ulteriormente il Paese».
