Governo: Salvini e Di Maio, avanti con l’alleanza di governo. La lega al 36%
ROMA – Le tensioni in Europa, lo spread stabilmente sopra quota 300 e l’allarme di Bankitalia sulla fuga dei capitali all’estero non scalfiscono minimamente il consenso ancora vastissimo della maggioranza. Una lunga luna di miele tra il governo gialloverde e gli italiani che al momento non appare avere fine.
La Lega, secondo un sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera, raggiunge addirittura il suo massimo storico, sfondando quota 36%, andando oltre al raddoppio del risultato delle politiche (17,4%).
Per contro il Movimento Cinque Stelle continua a registrare un trend leggermente negativo, con l’ennesimo lieve calo, ma si attesta comunque al 27,7%. E’ vero che la distanza tra i due
partiti cresce in un mese, dal 6 all’8,5%, ma ciò non sembra rinfocolare la concorrenza interna. Anzi, proprio oggi il rapporto tra i due leader sembra vivere una nuova stagione di concordia.
Archiviate le polemiche della settimana scorsa, dai termovalorizzatori alla battaglia feroce sull’anticorruzione, Salvini e Di Maio si scambiano messaggi molto più che distensivi nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte vola a Bruxelles per cenare con Jean Claude Juncker e cercare di intavolare un negoziato sulla manovra che appare tutto in salita.
Ma i travagli dell’avvocato del popolo, come Conte ama definirsi, non sembrano sfiorare l’umore dei suoi due vice, più che ottimo. «Ci fidiamo ciecamente l’uno dell’altro – sottolinea Luigi Di Maio – lavoriamo fianco a fianco: poi c’è sempre questo racconto che lui fa le cose per fregare me e io
per parare le sue fregature. Ma non è cosi. Ci sentiamo dieci volte al giorno, non ho motivo di dubitare di lui». E anche il ministro dell’interno non è da meno: «Cercheranno di farci
litigare. Ho conosciuto Di Maio in questi cinque mesi e lo reputo persona seria, onesta, leale e coerente. E garantisco che quando prendo un impegno faccio tutto per portarlo fino in fondo». Neanche il boom nei sondaggi sembra turbarlo più di tanto. Insomma, almeno a parole, nessuna tentazione di rompere e passare all’incasso, andando alle urne: «Fino a sei mesi fa ero
un derelitto… Oggi – prosegue il segretario federale – il Corriere dice Lega al 36% e io sono uno statista. Ma non mi ritengo uno statista e non sono un derelitto di cui scrivevano fino a qualche tempo fa. Io – garantisce – do il sangue per portare fino alla fine quel contratto per cinque anni». E anche se la Lega arrivasse al 92% – chiosa – non romperei gli impegni.