Pil e deficit: le stime del Governo collidono con quelle degli organismi internazionali
ROMA – Le stime di crescita del Pil italiano e le previsioni sul deficit avanzate dal governo sono lontane da quelle elaborate dai principali organismi economici internazionali, a partire dalla Commissione Ue che ha bocciato la manovra e annunciato la procedura di infrazione, per arrivare
al Fondo Monetario Internazionale e all”Ocse. E in Italia, si registrano divergenze con i calcoli dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Bankitalia e Istat.
L’esecutivo prevede per il 2018 un Pil all”1,2% per poi salire all’1,5% nel 2019 e all’1,6% nel 2020. Ma per la Commissione Ue il Pil del 2018 dovrebbe attestarsi su un +1,1% (tagliato dal +1,3% stimato in precedenza) e avanzare nel 2019 all’1,2% e nel 2020 all’1,3%. Ancora peggiori le previsioni del Fondo Monetario Internazionale che se vedono per il 2018 un Pil all’1,2% si attendono poi un calo nel 2019 a un +1% e nel 2020 allo 0,9%. Per l”Ocse, la crescita dell”Italia si attesterà appena allo 0,9% già nel prossimo anno, un ritmo dimezzato rispetto alla media dei paesi dell”euro (1,8%) e anche per Bankitalia il Pil del 2019 è atteso sotto l’1% mentre per l’Upb il tasso di crescita – dopo un rialzo dell’1,1% nel 2018 – sarà al massimo dell”1,3%. L’Istat ha appena rivisto al ribasso le stime e vede il Pil fermarsi al +1,1% quest’anno (in rallentamento rispetto al +1,6% del 2017) e risalire nel 2019 all’1,3%, comunque non abbastanza da centrare le stime del governo di +1,5%.
Molte le divergenze anche rispetto alle stime sul rapporto tra deficit e Pil fissate dall”esecutivo a +2,4% per il 2019 e al 2,1% nel 2020. Cifre troppo ottimistiche per la Ue che calcola, per il prossimo anno, uno scostamento al 2,9% per poi superare il tetto del 3% previsto dal Patto di Stabilità
arrivando al 3,1% nel 2020. Per l”Upb, nel 2019 il deficit/Pil non sarà inferiore al 2,6%, mentre l’Ocse lo colloca al 2,5% ma vede poi un ampliamento al 2,8% nel 2020. Il Fmi stima che nel
2019 il rapporto si attesterà sul 2,75% e che si amplierà al 2,8% nel 2020 e al 2,9% nel 2021.