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Fiesole e Reggello: due appuntamenti con L’Homme Armé in chiusura dei «Concerti al Cenacolo 2018»

L’Homme Armé in «Flos Florum. Musiche sacre e spirituali all’alba del Rinascimento fiorentino»

FIRENZE – Si chiude col concerto «Flos Florum. Musiche sacre e spirituali all’alba del Rinascimento fiorentino» la rassegna «I Concerti al Cenacolo 2018. Musica antica nell’area metropolitana fiorentina», organizzata da L’Homme Armé. Due le date, entrambe a ingresso libero: sabato 8 dicembre alle 18.30 alla Chiesa di Santa Maria Primerana, che sovrasta Piazza Mino a Fiesole, e domenica 9 dicembre alle 18.30 nella pieve romanica dei Santi Pietro e Paolo a Cascia (Reggello), il cui impianto architettonico risale al XII secolo e che nel museo annesso custodisce il Trittico di San Giovenale di Masaccio. Due luoghi artisticamente significativi dell’area metropolitana, al cui interno sono opere d’arte di pregio che, grazie anche a questi appuntamenti, potranno essere ammirate e apprezzate.

L’Homme Armé, diretto da Fabio Lombardo, è per l’occasione composto da Giulia Peri (soprano), Mya Fracassini (mezzosoprano), Giovanni Biswas e Paolo Fanciullacci (tenore I e II) ed esegue musiche di Guillaume Dufay, Gherardello, Francesco Landini, Gratiosus da Padova.

La rassegna si chiude con uno spazio speciale dedicato al primo Quattrocento italiano, dopo essersi concentrata sulla musica del Seicento nei primi due concerti, quello del 21 ottobre dedicato a Giulio Caccini, del quale quest’anno ricorrono i 400 anni dalla morte, e quello del 10 novembre, nel quale Elena Cecchi Fedi, virtuosa del repertorio accompagnata da L’Homme Armé in versione speciale, ha reso omaggio a Francesca Caccini, figlia di Giulio.

Guillaume Dufay è stato il compositore borgognone più influente in Europa verso la metà del XV secolo. Come molti altri musicisti dell’epoca, era solito viaggiare per il continente al seguito di principi e papi. Nelle sue peregrinazioni ha lavorato per le più importanti corti e cappelle musicali italiane, tra cui la corte dei Malatesta a Rimini e la cappella papale a Roma. La sua musica ha avuto una grande diffusione e veniva trascritta, distribuita e suonata ovunque la polifonia avesse messo radici. Tra le generazioni successive, sono pochi i compositori che non hanno assorbito elementi del suo stile. L’ampio grado di distribuzione e conoscenza della sua musica è ancor più impressionante se si considera che morì alcuni decenni prima che fosse possibile stampare musica.

Quando Dufay arrivò in Italia negli anni Venti del Quattrocento il panorama musicale della Penisola era molto variegato, con stili e generi diversi, con influenze francesi che cominciavano a farsi sentire in modo pronunciato. Tra i vari compositori famosi, Gherardello da Firenze, Zachara da Teramo, Bartolo e Paolo da Firenze. E in questa città era rimasta ancora l’eco di Francesco Landini, il musica, poeta e filosofo celebrato nelle cronache a cavallo tra Tre e Quattrocento. Ancora oggi non è chiaro disegnare un quadro della musica italiana di quegli anni, ma appare certo che l’arrivo di Dufay influì non poco sugli sviluppi della musica italiana, anche per la successiva discesa di molti altri musicisti franco-fiamminghi.

Sabato 8 dicembre, ore 18.30: Fiesole (FI), Chiesa di Santa Maria Primerana (via Santa Maria)

Domenica 9 dicembre, ore 18.30: Reggello (FI), Pieve dei Santi Pietro e Paolo a Cascia (Via Casaromolo, 25)

Ingresso libero.

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