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Tav Torino – Lione: Salvini s’inventa il referendum, dopo l’incontro con gli imprenditori

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MILANO – Salvini che decidere i destini della Torino-Lione attraverso un referendum popolare «potrebbe essere una strada se dall’analisi sui costi e benefici non dovessero arrivare risposte chiare». Lo spiega poco dopo aver incontrato gli imprenditori lombardi, a Milano, seconda tappa del percorso di riavvicinamento al mondo del fare che il leader della Lega ha avviato non appena fiutata la delusione crescente delle imprese, in particolare al Nord.
La sortita di Salvini stana l’alleato su un tema a lui molto caro, almeno nelle intenzioni, come la partecipazione e la democrazia diretta, tanto da aver voluto un ministero ad hoc affidato a Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Di Maio. Non a caso, il capo politico del Movimento 5 Stelle apre subito alla consultazione: «Devono essere i cittadini di una comunità a chiederlo, così prevede la legge. Ci sono state manifestazioni Sì Tav e No Tav: se le comunità chiedono un referendum chi siamo noi per opporci?».
Dietro le schermaglie tra alleati, c’è un dato che potrebbe fare comodo a entrambi. Il referendum avrebbe l’effetto di rinviare, almeno nel caso della Torino-Lione, il momento della resa dei conti dentro il governo. Bisognerebbe attendere l’esito dell’analisi tecnica, condividerla con la Francia e nel frattempo circoscrivere il campo di una consultazione popolare che sarebbe la prima nella storia italiana su una grande opera: voterebbero Torino e i comuni interessati, tutta l’area metropolitana o l’intero Piemonte? Ma soprattutto, chiedere al territorio di esprimersi allontanerebbe dal governo ogni responsabilità: a scegliere sarebbero i cittadini, non l’esecutivo che farebbe semplicemente da notaio.
Ecco perché il referendum sulla Tav potrebbe mettere d’accordo Lega e Cinquestelle. Non a caso il primo a sfilarsi dal coro è anche uno dei primi – dopo i Radicali – ad aver evocato la consultazione popolare. «Non vorrei che fosse un alibi da parte del governo per non assumersi la responsabilità di decidere, scaricando sui tecnici la scelta e allungando i tempi», dice il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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