Decreto immigrazione: circolare di Salvini ai prefetti, le norme non sono reatroattive
ROMA – Il ministro dell’Interno ieri ha inviato una circolare di 18 pagine ai prefetti per spiegare meglio alcuni punti per una corretta l’applicazione della legge immigrazione e sicurezza. La precisazione fondamentale è stata questa: il decreto Salvini non si applica in maniera retroattiva. Fugati timori e perplessità di anime candide della sinistra e della associazioni che praticano l’accoglienza, finanziate dallo Stato.
Chi oggi è titolare di una protezione per motivi umanitari – la forma di tutela abolita dalla nuova legge – non deve essere mandato via dai centri di accoglienza almeno fino al termine del suo permesso. Allo stesso modo, i migranti già presenti nei centri Sprar (quelli con gli standard più elevati), pure se con le nuove norme perderebbero il diritto a rimanere in queste strutture, non possono essere esclusi dal sistema d’accoglienza fino alla scadenza del progetto in corso.
Il Ministero dell’Interno ha quindi sentito il bisogno di tranquillizzare le effervescenze e i timori di un’opinione pubblica indirizzata politicamente, garantendo l’assoluta, sostanziale invarianza delle regole di accoglienza delle persone già ospiti in tali strutture.
Si prevede infatti che «i richiedenti asilo e titolari di permesso umanitario rilasciati finora, presenti nel sistema Sprar alla data del 5 ottobre 2018, rimangano in accoglienza fino alla scadenza del progetto in corso. Inoltre, i minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo rimangono, al compimento della maggiore età, nel sistema di protezione fino alla definizione della domanda di protezione internazionale.
Con tanti saluti alle vestali dell’accoglienza che prefiguravano chissà quali ecatombi di migranti gettati per strada al freddo.