Elezioni: aumenteranno gli impresentabili, nuovi casi d’incandidabilità stabiliti dalla Commissione antimafia
ROMA – Un bollino nero anche per i condannati per reati societari e contro la pubblica amministrazione. Diventa più severo il codice di autoregolamentazione per i candidati alle prossime elezioni, con ulteriori restrizioni che stanno per essere varate dalla Commissione parlamentare Antimafia, a distanza di quasi cinque anni dalla sua prima introduzione nel 2014.
E il primo test è alle porte, con le elezioni regionali in Abruzzo del 10 febbraio, da cui potrebbero rivelarsi nuovi
soggetti impresentabili. Tra le ulteriori restrizioni previste dalla bozza del documento, che definisce i criteri di
candidabilità nelle liste in base alla situazione giuridica dei soggetti, ci sono le condanne per reati contro la pubblica
amministrazione e reati societari, tutte passate in giudicato.
Il nuovo codice di autoregolamentazione delle candidature sarà discusso domani dalla Commissione parlamentare Antimafia nell’ufficio di Presidenza. Il presidente pentastellato Nicola Morra, che ha raccolto l’eredità’di Rosy Bindi, si troverà dunque ad affrontare le modifiche su un documento che con il nuovo governo giallo-verde segue la scia della norma spazzacorrotti, contenuta nella nuova legge anticorruzione.
Secondo la bozza, il novero di reati ostativi alla candidabilità «sarà esteso anche a fattispecie che nelle più recenti innovazioni legislative sono stati ritenuti particolarmente allarmanti o che costituiscono illeciti-spia di più complesse attività illecite: tra questi i reati di caporalato, la tratta delle persone, l’autoriciclaggio, ì reati di bancarotta fraudolenta, ma anche i reati di false comunicazioni sociali (come riformati dalla legge 27 maggio 2015 n. 69) e quelli di corruzione tra privati (come riformati dalla legge approvata dalla Camera il 18 dicembre 2018, in attesa di
pubblicazione).
Il regolamento – si legge ancora nella bozza – terrà anche conto dell’introduzione delle nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici, così come previsto dalla nuova legge anticorruzione.