Toscana, sanità: tonfo nei livelli di assistenza, dal 1 al 4 posto. Critiche a Rossi di Forza Italia
FIRENZE – «Tonfo della Toscana nelle Griglie Lea, quelle con cui annualmente il ministero della Salute valuta regione per regione i Livelli essenziali di assistenza». Lo dicono in una nota i vertici regionali di Forza Italia con il coordinatore toscano, l’onorevole Stefano Mugnai, e il capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti,
sottolineando come dalla prima posizione del 2013, sia quarta nel 2017 passando per lo scivolamento in seconda posizione già nel 2016, ovvero all’indomani della riforma sanitaria Rossi-Saccardi, aggiungono.
«Dopo l’esclusione dalla rosa delle regioni benchmark per la spesa sanitaria, ecco un nuovo segnale sul tracollo a cui
l”azione di governo Rossi, prima assessore alla sanità e poi governatore, ha condotto il sistema salute toscano», dicono gli esponenti azzurri. Dati, osservano Mugnai e Marchetti ricordando che Forza Italia si era opposta alla riforma Rossi, che «non sono che il sigillo formale e ufficiale della situazione di costante arretramento dei servizi che pazienti e lavoratori della sanità patiscono ogni giorno. Oggi uno dei sistemi sanitari più costosi d’Italia per i cittadini produce un”offerta pubblica sempre più povera, in una tenaglia che ormai sta stritolando la sanità toscana», proseguono indicando come responsabile proprio Enrico Rossi: «ha guidato la sanità prima per dieci anni da assessore regionale, poi ne è stato l’effettivo deus ex machina nei mandati da presidente della Regione». Diciotto anni, in tutto, spiegano Mugnai e Marchetti, nei quali «ha ricevuto in consegna un sistema sanitario modello
sulla ribalta nazionale e lo ha usato, spremendolo come un limone, per addomesticarlo e piegarlo ai propri comodi politici, utilizzandolo come volano di consenso. E ora la storia gli presenta il conto». La sinistra, concludono gli azzurri, e Rossi pagheranno il conto politico quando li scalzeremo, nel 2020, dalle loro poltrone. «Il problema è il conto in solido chestanno pagando giorno dopo giorno i toscani per i quali l”accesso alle cure è un imbuto sempre più stretto da cui si giunge a prestazioni sempre più lontane».