Economia: protocollo d’intesa fra Regione e industriali per sostenere gli investimenti
FIRENZE – Sostenere l’insediamento e consolidare la presenza di investimenti esteri in Toscana: questo l’obiettivo del protocollo d’intesa fra Regione Toscana, Confindustria Toscana, Confindustria nazionale firmato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati. L’intesa è stata siglata dal presidente della Regione, Enrico Rossi, dal coordinatore della Commissione multinazionali e investitori esteri di Confindustria Toscana, Fabrizio Monsani, e dalla vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione, Licia Mattioli.
“Ci aspettiamo buoni esiti per la Toscana e la sua economia da questo Protocollo – commenta il presidente Enrico Rossi –, con l’apertura di prospettive di grande interesse per questo scorcio di legislatura. Lo scambio di informazioni e il confronto continuo con Confindustria, sia nazionale che regionale, renderanno non solo più facile conoscere le possibilità concrete di insediamento di aziende multinazionali sul territorio, ma consentiranno anche di mettere a punto strategie per mantenerne e svilupparne la presenza. Nel lavoro svolto in questi anni – prosegue – abbiamo puntato sulla qualità della relazione che la Toscana è in grado di offrire a chi viene a investire dall’estero. In molti casi – spiega, ricordando tra gli altri i casi di Nuovo Pignone, Laika, Eli Lilly, Solvay, Ikea – è stato il contatto diretto, fattivo, concreto che ha fatto la differenza. E quando parlo di relazioni, intendo i l complesso dei soggetti e delle opportunità che possono favorire insediamento e sviluppo: dall’efficienza delle strutture operative delle istituzioni, al mondo della ricerca e della formazione. Una grande azienda che viene dall’estero gioca, per così dire fuori casa: anche attraverso questo nuovo strumento cercheremo di rendere la Toscana più attraente e più attrattiva”.
“Dai dati ISTAT – dichiara Licia Mattioli – emerge chiaramente come gli investimenti delle imprese italiane a capitale estero siano centrali per la crescita. Su questi temi l’ABIE si propone tre priorità: retention per attrarre nuovi investimenti, rafforzare la competitività, migliorare la comunicazione. L’Italia deve affrontare una doppia sfida: da una parte difendere e aumentare gli investimenti delle imprese straniere già presenti nel nostro Paese e dall’altra attrarne di nuovi, creando un ecosistema favorevole. Per attrarre nuovi investimenti – continua – occorre attivare un customer care che, attraverso il dialogo continuativo con gli investitori, abbia il polso della situazione sul loro livello di soddisfazione e sulle eventuali criticità da superare. Si tratta di un’attività che può essere svolta da soggetti più vicini alle imprese. Il Protocollo di oggi rappresenta, quindi, un primo importante passo anche verso questa direzione. Stiamo avviando un’attività di collaborazione più stretta con i territori e il Protocollo firmato oggi – conclude Mattioli – deve essere solo il principio di un percorso di azioni da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati”
“Le multinazionali rafforzano il tessuto produttivo e sociale della nostra regione – dichiara Fabrizio Monsani – ma sono, soprattutto, importatori di elevati standard internazionali e veicolo d’internazionalizzazione per le PMI che fanno parte dei loro indotti e con cui dobbiamo puntare a costruire sempre più rapporti di partnership e non solo di subfornitura. Questa intesa ci avvicina alle imprese che rappresentiamo, a prescindere dalla loro dimensione e rappresenta un modello nuovo di relazione con la politica e le istituzioni, sia locali che nazionali”.
Toscana accogliente
L’intesa muove dalla constatazione che la Toscana è da sempre una destinazione in grado di attrarre investimenti dall’estero in virtù della sua posizione pienamente inserita in un contesto europeo, delle sue caratteristiche culturali, sociali, della sua capacità di supportare le imprese locali ad affermarsi sui mercati internazionali e di facilitare gli investimenti esteri in Toscana.
Non a caso, come ha ricordato il presidente Enrico Rossi, la Regione Toscana è stata la prima a dotarsi di un ufficio, “Invest in Tuscany”, dedicato al mantenimento e all’attrazione degli investimenti esteri. Nel 2015 l’ufficio presso la presidenza è stato consolidato con nuove professionalità trasversali e specifiche. Da allora, la Regione ha finalizzato 10 accordi di programma e 50 protocolli di intesa con investitori extra-regionali. La Toscana è oggi al terzo posto per capacità di attrazione di investimenti dopo Lombardia e Lazio, conseguendo diversi riconoscimenti, tra cui quelli del Financial Times.
Obiettivi
In questo contesto, il protocollo d’intesa firmato oggi si propone, attraverso la collaborazione fra i firmatari, di rafforzare la presenza di imprese straniere in Toscana mantenendo le attività già presenti sul territorio, aumentando la conoscenza del ruolo e delle potenzialità, non solo economiche, derivanti dalla presenza di multinazionali (innovazione, digitalizzazione, trasferimento tecnologico, formazione), favorire lo scambio di esperienza e la diffusione di buone pratiche fra Regioni e istituzioni.
Compiti
Confindustria, tramite l’ABIE (Advisory Board Invetimenti Esteri) si impegna a contribuire alla definizione di un piano di fidelizzazione delle multinazionali presenti sul territorio e a condividere strumenti e metodi finalizzati all’analisi delle multinazionali.
Confindustria Toscana e Regione si impegnano a sviluppare, tramite IRPET (Istituto regionale programmazione economica della Toscana) e Centro Studi di Confindustria Toscana, un monitoraggio periodico delle imprese a capitale estero e delle grandi imprese con l’obiettivo di indagare i legami con le PMI, misurare gli indotti, cogliere preventivamente criticità, fabbisogni di formazione, innovazione, servizi alle imprese; a rafforzare le politiche di attrazione e rafforzamento degli investimenti, confrontarsi su misure per la semplificazione amministrativa dell’attività d’impresa e sulle iniziative finalizzate a promuovere la presenza degli investimenti esteri e a rafforzare il rapporto tra grandi e piccole imprese, tra multinazionali e sistema della ricerca locale.