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Migranti: Sea Watch 3, Olanda se ne lava le mani, la responsabilità è del capitano della nave

ROMA – L’Olanda è disposta a mostrare solidarietà solo se si raggiunge una soluzione strutturale che consenta in seguito allo sbarco di rifiutare e rispedire indietro immediatamente dopo l’arrivo alla frontiera esterna europea i migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale. Cosi il governo olandese, in una dichiarazione inviata all’Adnkronos, spiega il suo no alla richiesta italiana di prendere in carico i migranti che si trovano a bordo della Sea Watch, che batte bandiera olandese.

«I Paesi Bassi sono a favore di una soluzione strutturale tramite la quale, immediatamente in seguito allo sbarco, venga fatta distinzione
tra coloro i quali hanno diritto alla protezione internazionale e coloro che non ne hanno diritto – prosegue la dichiarazione – Solo nel
caso in cui una tale soluzione strutturale sia effettivamente applicata, i Paesi bassi sono disposti a mostrare solidarietà e contribuire allo sbarco e, per gli aventi diritto alla protezione, al ricollocamento».

Nella dichiarazione si ribadisce poi che il governo dell’Aja non ritiene di avere responsabilità nei confronti della Sea Watch: «I
Paesi Bassi, in quanto Stato di bandiera, non sono obbligati a prendere parte a quelle che vengono definite misure ad hoc con
riguardo allo sbarco a cui l’Aja si rifiuta comunque di partecipare in assenza di una concreta prospettiva della soluzione strutturale
auspicata. E’ compito del capitano della Sea Watch 3 trovare un porto sicuro nelle vicinanze per sbarcare i 47 migranti da lui presi a
bordo», conclude.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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