Prostituzione: Lega vuol riaprire le case chiuse. Progetto di legge
ROMA – Dopo vari tentativi la Lega ci riprova e torna a chiedere la legalizzazione della prostituzione e la riapertura delle ‘case chiuse’, questa volta con un disegno di legge presentato a Palazzo Madama lo scorso 7 febbraio dal senatore Gianfranco Rufa. «Si tratta – spiega all’Adnkronos il firmatario della proposta – di una battaglia storica della Lega, che ha promosso questa iniziativa più volte nelle ultime legislature».
Il ddl, che reca disposizioni in materia di disciplina dell’esercizio della prostituzione, risponde, secondo Rufa, a un’esigenza di decoro civile e morale: «E’ un gesto di civiltà nei confronti delle prostitute che si trovano per strada, per il decoro e l’immagine delle stesse strade”, sottolinea il senatore leghista, il quale pone l’accento anche sugli introiti derivanti dalla tassazione delle prostitute regolarizzate. E’ l’ennesima volta che presentiamo questa legge: questo significa che ci crediamo». Il testo del disegno di legge, spiega ancora Rufa, ricalca quello a prima firma Bitonci presentato alla Camera il 5 aprile dell’anno scorso.
La pdl in questione abroga i primi due articoli della legge Merlin e prevede il via libera all’esercizio della prostituzione nelle abitazioni private (vietandolo in luoghi pubblici o aperti al pubblico), con l’istituzione presso la questura di un registro a cui sono tenute a iscriversi tutte le persone interessate a esercitare il mestiere.
E’ punito con una multa da mille a diecimila euro chiunque esercita la prostituzione in luogo pubblico e chiunque ricorre alle prestazioni sessuali delle prostitute che esercitano in strada. Inasprite le sanzioni per chi compie atti sessuali con un minore in cambio di denaro e per chi si macchia del reato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
La proposta di legge leghista prevede anche interventi di carattere preventivo e sanitario. «Chiunque esercita la prostituzione – si
legge nella pdl – è tenuto a sottoporsi ad accertamenti sanitari ogni sei mesi e a esibire, a richiesta dell’autorità sanitaria o di polizia, l’ultima certificazione sanitaria ottenuta. Inoltre chiunque esercita la prostituzione è tenuto a interromperne l’esercizio nell’ipotesi di accertamento positivo di patologie a trasmissione sessuale».Per quanto riguarda la parte fiscale, «i redditi derivanti dall’esercizio della prostituzione sono soggetti a un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi determinata con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, da emanare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge».
Della opportunità di regolamentare la prostituzione è tornato a parlare in tempi recenti proprio il segretario della Lega e ministro
dell’Interno Matteo Salvini, convinto sostenitore del superamento della legge Merlin. «Se dobbiamo sconfiggere davvero la criminalità
togliamo dalle strade la prostituzione», ha scandito il vicepremier a gennaio, nel corso di una diretta Facebook, bocciando al contempo la
proposta di legalizzazione della marijuana avanzata dal senatore M5S Matteo Mantero.