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Decretone: i 6.000 esodati esclusi dall’ottava salvaguardia chiedono la nona per rimediare ai guasti della Fornero

ROMA – «I 6.000 esodati esclusi dalla ottava salvaguardia non chiedono assistenzialismo, ma hanno diritto ad una soluzione previdenziale». Lo afferma il Comitato Esodati Licenziati e Cessati, chiedendo al governo una nona salvaguardia che includa tutti coloro finora esclusi dalle precedenti operazione di salvaguardia per vizio di data di decorrenza pensione o di requisito e conceda uguali diritti
indipendentemente dalla categoria esodati di appartenenza. «Nell’ottava salvaguardia, spiega in una nota il comitato dopo le notizie su un eventuale intervento nel decretone su reddito e pensioni, erano incluse gravi discriminazioni nell’assegnazione della deroga penalizzando gravemente tutte le categorie di esodati senza accordi sindacali. Discriminazione inconcepibile ed inaccettabile che si vorrebbe perpetuare con questa ipotesi di soluzione dell”attuale Governo. Ma le risorse finanziarie per salvaguardare anche tutti gli ultimi 6.000 esodati ci sono – rivendica ancora il comitato – Infatti i soli risparmi dell”ottava salvaguardia, riversati al Fondo per l’Occupazione Sociale e Formazione (FOSF) con la precedente legge di stabilità, ammontavano a circa 776,6 milioni, ben sufficienti a garantire, in misura pressoché doppia, al fabbisogno economico della Nona Salvaguardia valutato in 339,9 milioni».

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