Assistenza e previdenza: occorre una separazione. La spesa assistenziale è fuori controllo, le pensioni in regola
«Il sesto rapporto di ‘Itinerari previdenziali’ fa chiarezza sulle reali dinamiche delle nostre pensioni: la spesa pensionistica è sotto controllo, ma la ‘zavorra’ della spesa assistenziale, in continua crescita, determina un peso insostenibile per le casse dello Stato»: lo ha confermato il Presidente di CIDA, Giorgio Ambrogioni, commentando il sesto rapporto di Itinerari previdenziali sul sistema previdenziale italiano, presentato al Governo e alle Commissioni parlamentari, presso la Camera dei Deputati.
CIDA e’ la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalita’ del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob CIDA (dirigenza Consob), SUMAI-Assoprof (medici ambulatoriali).
Una verità che da tempo è evidente agli occhi di tutti, ma che nessun Governo, e tanto meno il fra poco defenestrato presidente Inps Tito Boeri, hanno mai voluto affrontare per motivi essenzialmente politici. La situazione fa molto comodo alla sinistra e ai grillini, che preferiscono tartassare i pensionati. Oppure intervenire con misure populistiche come il reddito di cittadinanza, che aggravano la spesa pubblica, così come in precedenza avevano fatto i governi di sinistra (Renzi e Gentiloni) varando il Rei.
Una critica durissima, quella di Giorgio Ambrogioni: «Il rapporto illustrato da Alberto Brambilla, manda un messaggio chiarissimo alla classe politica italiana: se non viene separata la spesa pensionistica da quella assistenziale, che è in continua crescita, proseguiranno gli allarmi sulle pensioni da parte degli Organismi economici internazionali e le bocciature delle agenzie di rating. Al contrario – sostiene Ambrogioni citando i dati del Rapporto – dal 2013 al 2017, al netto dell’assistenza, la spesa pensionistica ha fatto registrare un aumento medio pari allo 0,88%, diretta conseguenza delle riforme succedutesi in questi ultimi anni che, quanto meno, hanno stabilizzato la spesa pur con qualche criticità in termini di equità sociale. A preoccupare sono soprattutto i numeri dell’assistenza, il cui costo nel 2017, ammonta a 110,15 mld di euro, circa 27 mld in più rispetto al 2012. Per finanziare tale sistema di welfare, occorrono tutti i contributi sociali, tutte le imposte dirette e, ancora, poco meno di 8 mld da reperire tramite le imposte indirette. Di conseguenza le risorse da destinare a crescita e sviluppo sono sempre più residue».
«E’ evidente che occorre procedere al più presto alla separazione fra previdenza ed assistenza, per fare chiarezza nei conti e avere un quadro preciso sul quale inserire un corretto corpo normativo, sia esso di gestione dell’esistente, sia di riforma e orientamento futuro. Come correttamente suggerisce il Rapporto, è indispensabile un accorto monitoraggio della spesa assistenziale, anche attraverso l’istituzione di un casellario centrale. A questo vanno aggiunti un più efficace contrasto all’evasione fiscale e contributiva quali passaggi fondamentali per la sostenibilità del sistema previdenziale. Il Rapporto, inoltre, ‘boccia’ le novità contenute nella legge di bilancio, cioè ‘quota 100 e reddito di cittadinanza – prosegue il Presidente di CIDA – perché determinano un aumento eccezionale e non programmato dei pensionati, nonché un incremento di 8 miliardi della spesa assistenziale. Anche il divieto di cumulo dei pensionati è irrazionale, perché mortifica le professionalità, le competenze e il contributo attivo che i pensionati possono dare in termini di produttività e di impegno sociale».
«Infine, visto che la spesa pensionistica appare sotto controllo, confermiamo il nostro giudizio fortemente negativo su misure quali il blocco della perequazione delle pensioni all’inflazione e il contributo di solidarietà su quelle di importo medio-alto. Si tratta di provvedimenti demagogici, che alimentano l’odio sociale, sono ininfluenti per l’equilibrio dei conti pubblici e, a nostro parere, risultano viziati di incostituzionalità», ha concluso Ambrogioni.
Tre verità innegabili, negate solo da politici e presidenti di Istituzioni previdenziali che hanno gli occhi foderati di prosciutto per motivi essenzialmente di convenienza politica.