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Siria: l’Isis è stato sconfitto, ma secondo il Pentagono presto risorgerà

BEIRUT – In attesa dell”annuncio ufficiale della “vittoria contro i terroristi” dell”Isis, sconfitti militarmente dalle forze curde filo-Usa nella loro ultima sacca di resistenza nel sud-est della Siria, le cellule dello ”Stato islamico” si sono riorganizzate. E si sono date
alla macchia in Iraq in Siria, dopo che per tre anni sono stati uniti da un ”Califfato” che ha messo paura a tutto il mondo.
Ma lo ”Stato islamico”, per ora, si è estinto, a cinque anni dal famoso semestre, tra il 2013 e il 2014, quando quella che era ancora una sigla sconosciuta ai più, senza quasi colpo ferire, conquistò gran parte della valle dell”Eufrate, lambendo Aleppo, annettendo Raqqa in Siria e imponendosi a Mosul in Iraq.
Era arrivato a controllare un territorio grande quanto la Gran Bretagna. Il culmine fu la proclamazione del Califfato da parte del leader Abu Bakr al-Baghdadi, ex qaedista scarcerato dalle prigioni Usa in Iraq e di cui da anni si sono perse le tracce.
Per almeno i primi due di questi cinque anni l”Isis ha scolpito nell”immaginario di un Occidente terrorizzato gli orrori delle crudeli, efferate esecuzioni: dagli ostaggi occidentali sgozzati ai cristiani crocefissi, dai gay lanciati nel vuoto ai soldati nemici bruciati vivi. E con la sistematica e plateale distruzione dell”arte antica e dei più grandi siti archeologici della regione in nome di un Islam iconoclasta e
assolutista. Per anni l”Isis ha dato l”idea di essere invincibile, di attrarre come una calamita i giovani musulmani insoddisfatti nel mondo: più produceva violenza e la diffondeva con una macchina propagandistica implacabile e più diventata per molti irresistibile.
L”orrore, unito al rischio che i jihadisti potessero ledere gli interessi americani nel Kurdistan iracheno, spinsero l”allora presidente Barack Obama a dar vita a una Coalizione internazionale formata da numerosi Paesi, tra cui l”Italia.
E quando la Coalizione iniziò a sottrarre poco a poco terreno al Califfato, l”Isis esportò il terrore nel cuore dell’Occidente, ispirando e organizzando una sanguinosa catena di stragi, da Parigi a Bruxelles, da Nizza a Barcellona agli Usa.
Proprio la Coalizione ha sostenuto le forze di Baghdad e le milizie filo-iraniane nel riconquistare territorio in Iraq, che è “libero” dall”Isis dalla fine del 2017. E la stessa Coalizione si è avvalsa delle forze curdo-siriane, espressione locale del Pkk ostile alla Turchia, per spingere i jihadisti nell’angolo di territorio in cui sono finiti cinque mesi fa, tra l”Eufrate e il confine iracheno. L’Isis è stato prima di tutto un prodotto del malessere delle zone impoverite dell’Eufrate. In un recente rapporto, il Pentagono ha scritto che finché non si cercherà di
risolvere le questioni politiche e socio-economiche delle comunità dell”Eufrate, l’Isis potrà risorgere nell”arco di sei mesi o di un anno. E’ ancora attivo in parti dell”Iraq e della Siria. E tornerà presto a colpire.

Trumpcomunque esulta: «Ci stiamo ritirando dopo una vittoria al 100% sul Califfato». Lo twitta riferendosi al ritiro delle truppe americane dalla Siria.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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