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Tav Torino – Lione: per ora gli scavi procedono, ma la politica li vorrebbe bloccare. La posizione della Francia

Tunnel
Tunnel euroalpin

Come abbiamo già riferito la Camera ha bocciato le quattro mozioni sulla Tav presentate dalle opposizioni (Pd, Forza Italia, FdI e NcI), mentre è stata approvata la mozione di maggioranza, targata M5s e Lega, che impegna il governo a ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione. Ci saranno dunque ritardi per la prevista esecuzione. Ma qual’è il vero stato dell’opera?

Il vicepremier Matteo Salvini, in visita al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte, il primo febbraio ha dichiarato che ci sono 25 chilometri di gallerie già scavate. Immediata la risposta del Movimento 5 stelle con il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che in una nota del primo febbraio ha detto: «Salvini non è andato a vedere il cantiere del Tav ma un buco di 5 metri. Di quale opera parla? Non esiste nessuna opera in corso». Ancora più drastico l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che commentando la visita al cantiere di Salvini afferma: «Io personalmente non vado a Chiomonte perché ancora non è stato scavato un solo centimetro del tunnel».

Oggi è in costruzione la sezione transfrontaliera della linea, per un totale di 65 km, di cui è incaricata la società binazionale TELT. Questa sezione è compresa tra Susa in Italia, e Saint-Jean-de Maurienne in Francia; per l’89% passa in sotterraneo, riducendo al minimo il consumo di suolo. L’elemento principale è il tunnel di base del Moncenisio, a doppia canna di 57,5 km (di cui 45 in territorio francese e 12,5 in territorio italiano) che collega le stazioni internazionali di Saint-Jean-de-Maurienne e di Susa, da cuisi connette con la linea esistente in Francia e in Italia.

I detrattori, fra i quali il vicepremier grillino, sostengono che finora non è stato scavato un solo centimetro del tunnel di base, mentre si è provveduto a costruire i tunnel geognostici. In realtà, di fatto, una parte del tunnel è stata scavata. I chilometri di tunnel geognostico di Saint-Martin-la-Porte sono scavati nell’asse e nel diametro del tunnel di base e quindi ne costituiranno di fatto il primo tratto, già in fase di realizzazione. Secondo i dati più recenti, diffusi a gennaio 2019 da Telt, sui 9 km totali di questo tunnel ne sono stati realizzati il 64%, cioè 5,75 km circa. La cifra è oggi leggermente superiore, avvicinandosi ai 28 km complessivi proprio grazie all’avanzamento dei lavori nel cantiere di Saint-Martin-La-Porte.

Da un punto di vista sostanziale dunque , la galleria di Saint-Martin-La-Porte costituisce già un pezzo del tunnel di base, anche se formalmente le viene attribuita la funzione di conoscere un’area dalla geologia particolarmente delicata, n vista della realizzazione definitiva del tunnel di base. Ma si tratta appunto di una questione burocratica e non sostanziale. Le Autorità francesi sono determinate a procedere e hanno annunciato che, in caso di blocco, chiederanno i danni all’Italia. La Ue ha preannunciato che in tale ipotesi chiederà la restituzione dei 300 milioni già stanziati e bloccherà i restanti (circa 800) previsti per la conclusione dell’opera.

Il Ministro Salvini proprio oggi dichiara che sono necessarie alcune ulteriori verifiche, ma l’opera sarà ultimata.

Questo è lo stato dell’arte. Lo scavo dovrà avanzare soprattutto nella parte francese, ma i nostri cugini transalpini non si fidano (giustamente) e vogliono avere la certezza che il loro tunnel abbia uno sbocco in Italia e non vada a sbattere contro la roccia delle Alpi. Sonogli stessi ragionamenti che facevamo dieci anni or sono (2008 – 2009) con le autorità francesi e i prefetti di Chambéry e di Lione, che pretendevano da me, rappresentante della parte italiana quale prefetto di Torino, che andassero avanti i sondaggi programmati nel torinese e nel sacro suolo della Val di Susa. Allora ci siamo riusciti e il progetto è andato avanti, adesso chissà.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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