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Il pg Nicolosi al processo d'appello di Firenze al boss Tagliavia

Prato: procuratore Nicolosi, ci sono difficoltà per le inchieste sulla criminalità cinese

Il pg Nicolosi al processo d'appello di Firenze al boss Tagliavia

PRATO – C’è una difficoltà nelle inchieste e nel contrastare il fenomeno della criminalità cinese a Prato, cioè quel ‘mondo di mezzo, si direbbe a Roma, che consente, facilita, agevola questo modo di fare impresa, che è anche il nerbo su cui s’innesta l’attività dell’organizzazione criminale».

Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Prato, Giuseppe Nicolosi, mettendo in evidenza «la cointeressenza tra determinate attività criminali e quella parte della società che con queste attività fa affari senza sporcarsi le mani». Nicolosi ne ha parlato alla Biblioteca
Lazzerini intervenendo alla presentazione del libro La triade italiana di Giorgio Sturlese Tosi, ispirato all’inchiesta China Truck con cui la polizia individuò l”organizzazione del capo dei capi della mafia cinese in Europa, Zhang Naizong, che ha base a Prato e nel cui contesto tessile ha prosperato.
C’è «una commistione tra questo mondo illegale e una parte del mondo delle professioni, che consentono all’impresa di fare impresa in queste condizioni», ha aggiunto ancora Nicolosi alludendo all’illegalità nelle ditte cinesi. E questa è la fonte dell’acqua, ha anche detto. Nicolosi peraltro ha ricordato il monopolio imposto su scala europea da Zhang nel trasporto su gomma delle merci prodotte proprio a Prato.
«Questo modo illegale di fare impresa, sfora nel criminale, ed è agevolato, favorito da chi si mette a disposizione di ditte fantasma, che poi spariscono nel giro di un anno o due. I lavoratori che noi troviamo nella fabbrica tipo cinese sono quasi sempre clandestini, arrivati in Italia quasi totalmente attraverso visti turistici – ha anche detto – e il loro sfruttamento lavorativo mortifica la tutela della dignità della persona. Questo modo di fare impresa è un modo criminale e chi fa l’imprenditore in queste condizioni va in carcere».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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