Pensioni, blocco rivalutazione. Codacons promuove un nuovo ricorso collettivo
ROMA – Il Codacons organizza un nuovo ricorso collettivo da presentare dinanzi la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) dopo che la nuova legge di Bilancio per il 2019 ha nuovamente bloccato la rivalutazione monetaria delle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps. In questo modo, infatti, è stato ridotto ancora una volta e per un altro triennio il potere d’acquisto delle pensioni di gran parte dei pensionati italiani: pensioni già fortemente penalizzate dagli interventi normativi di questi ultimi 10 anni.
Scopo dell’azione Codacons -si legge in una nota- è quello di ottenerel’indicazione delle misure da adottare per porre rimedio al nuovo blocco della rivalutazione monetaria delle pensioni o, in alternativa,un equo risarcimento per il danno subito ai pensionati italiani. L’Associazione ha ritenuto dunque di non chiudere la lunga battaglia intrapresa ormai quattro anni fa al fianco di migliaia di pensionati, e difenderà i diritti della categoria più tartassata d’Italia nella cornice della Corte di Strasburgo. I margini per avviare l’azione, d’altra parte, ad avviso del Codacons, sussistono: rispetto alla decisione di luglio, infatti, sono subentrati elementi nuovi. Su tutti la scelta del legislatore di procrastinare per un altro triennio il blocco della perequazione automatica delle pensioni; scelta che sembra non rispondere a quei criteri di ragionevolezza e proporzionalità che la Cedu aveva posto come requisito fondamentale di ammissibilità in tema di trattamenti previdenziali o assistenziali adottati dagli Stati membri.
Giuseppe C.
Una bellissima notizia per gli italiani, Regionali Sardegna, basta “privilegi”:
ricalcolati i voti “a contributivo” al Ministro Di Maio!
I pensionati saltano esultanti sul balcone!
Giuseppe C.
Trovo inquietante che, a poco tempo dalla sentenza della Consulta che ha ritenuto incostituzionale il penultimo blocco della perequazione delle pensioni oltre un certo importo, chiedendo il risarcimento, peraltro limitatamente restituito dal Governo Renzi, un nuovo Governo ripeta l’operazione già ritenuta incostituzionale: da ignorante in materia mi chiedo come ciò possa accadere con “il sistema di pesi e contrappesi” previsto nel sistema istituzionale del nostro Paese; mi chiedo, anche, come possa, dal 2011, persistere il “sequestro per congelamento per anni” del TFR/TFS, che spetterebbe immediatamente al pensionamento se, notoriamente, si ritiene che, tali interventi per particolari esigenze del Paese, in genere non debbano superare i tre anni: ne sono passati otto dal primo “sequestro” temporaneo del TFR/TFS!