Migranti: sindaco e industriali invitano all’accoglienza, all’integrazione. ma intanto i nostri giovani cercano altri lidi
FIRENZE – Nell’ultima lente d’ingrandimento ho fatto notare come in altre regioni e città d’Italia si cerchi di informarsi in modo opportuno e corretto sul tema dell’immigrazione, mentre spesso nella nostra città e nella nostra regione si proceda per slogan o per sentito dire. Oggi due esponenti di spicco della nostra collettività si sono anche loro espressi su questo tema in questo modo:
«Molta gente dice che bisogna stoppare l”immigrazione perché i giovani vanno all”estero per lavorare: ma ci sono posti di lavoro che i giovani non coprono, o perché non sanno, o perché non vogliono». Lo ha affermato Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze, intervenendo all”iniziativa Profili sociali dello sviluppo economico dell’area fiorentina promossa da Legacoop Toscana. Affermazione esatta, che risulta dalle statistiche. «L’unico modo è fare integrazione, investire tanti soldi nell’educare gli immigrati nei lavori che mancano, nell’educazione, e nell’imparare la lingua italiana», ha aggiunto Salvadori, che ha citato la città di Francoforte come esempio di integrazione riuscita: «E’ un discorso di mentalità, non di demagogia». ma, aggiungiamo noi è anche una questione di qualità dell’immigrazione, la Germania ha un compito più facile, la signora Merkel ha potuto scegliere provenienza e qualità (moltissimi i siriani) dell’immigrazione, noi ci siamo sobbarcati tutti quelli che arrivano nei barconi.
Un giudizio severo anche dal sindaco Nardella: «Mi metto a ridere quando si parla di immigrazione con una superficialità da bar: ci sono aziende che hanno bisogno di lavoro, e spesso ci sono tanti immigrati che tengono in piedi il livello di produttività di tante nostre imprese. C’è questo tema, che si lega alla sostenibilità sociale, quando si parla di immigrazione, ha osservato Nardella, evidenziando il problema di un livello di natalità bassissimo a fronte del quale c’è bisogno di iniezione forte sul tema della natalità, del supporto alla maternità, altrimenti non basterà nemmeno l’immigrazione, che non è governata e quindi rischiamo di avere un’immigrazione problematica e non professionalizzata». Tenuto conto delle centinaia di migliaia di migranti assolutamente non qualificati, sbarcati, accolti e mantenuti in Italia negli anni dei governi di sinistra, da Letta, a Renzi a Gentiloni, si tratta di un’affermazione esatta per il passato, che continua ad avere effetto nel presente e lo avrà anche nel futuro, se non corriamo ai ripari.