Pd: primarie, si punta a un’affluenza superiore al milione di persone per rilanciare il partito
ROMA – Le fibrillazioni tra M5s e Lega e i risultati incoraggianti in Abruzzo e Sardegna fanno vedere la luce in fondo al tunnel ai tre candidati del Pd che domenica si contenderanno alle primarie la segreteria. Una affluenza forte, superiore al milione di persone, darebbe al futuro leader la legittimazione necessaria per cominciare a pensare ad essere competitivi con gli avversari. Roberto Giachetti, Nicola Zingaretti e Maurizio Martina, che oggi si sono confrontati in un duello Tv su Sky Tg 24, hanno indicato questo obiettivo comune, anche se le ricette per il dopo sono diverse.
Il confronto Tv, andato in onda in diretta all”ora di pranzo, è stato interpretato dai tre così come hanno vissuto la campagna elettorale: niente colpi bassi o attacchi personali. L”unico con spunti polemici è stato Giachetti, che ha criticato Paolo Gentiloni e i numerosi ministri del governo Renzi che ora sostengono Zingaretti, ed hanno lasciato a lui il compito di difendere il loro operato. Insomma nella mozione di Zingaretti ci sono troppe contraddizioni. Il governatore del Lazio, nel pomeriggio ha partecipato ad una iniziativa proprio con Gentiloni, ed ha spiegato di non chiedere nessuna abiura ai ministri del governo Renzi ora schierati con lui: ma per riprendere il dialogo con gli italiani bisogna ammettere – ha spiegato – che in questi anni il Pd non ha capito le disuguaglianze crescenti nella società.
Durante il duello televisivo, nonostante le smentite di un possibile accordo con M5s da parte di Zingaretti, Giachetti ha posto in dubbio queste parole alla luce delle affermazioni di alcuni sostenitori dello stesso Governatore, minacciando l’uscita dal Pd in caso di patto con i pentastellati. Proprio questo ha permesso a Martina di presentarsi come il candidato più unitario in grado di tenere insieme sia quelli che sentono l’orgoglio di ciò che hanno realizzato i governi Dem, sia quelli che hanno l’inquietudine di ciò che non è stato fatto sul versante della lotta alle disuguaglianze.
Una alleanza andrà semmai costruita, hanno detto Zingaretti e Martina, nell’ambito del centrosinistra: non quello fatto con le figurine Panini, ha spiegato Zingaretti, cioè il ceto politico dei partiti (come Leu). Sia il Governatore che Martina puntano a far sì che tutto quanto si muove nella società venga coinvolto, magari in nuovi soggetti civici. Martina lo vuol fare sin dalle europee, appoggiando la proposta di Carlo Calenda di una lista unitaria di tutti gli europeisti. E se su questo Zingaretti appare più cauto, viste le riserve di +Europa, Verdi
e Italia Comune, Gentiloni ha premuto l’acceleratore: suo l’appoggio ad un listone in grado di essere competitivo con la Lega di Salvini: gli italiani ne sarebbero entusiasti.
Dall’ex premier un altro altolà: «Il Pd non può buttarsi a sinistra sperando che nasca un soggetto centrista che poi magari non nasce» cioè il partito di Renzi. Parole rivolte non a Zingaretti ma forse più a qualche suo sostenitore, dato che il Governatore si è dichiarato «l’uomo più felice del mondo se Matteo vorrà impegnarsi» nel suo Pd. Comune a tutti è l’obiettivo di una partecipazione numerosa ai gazebo, di almeno un milione di persone: se così sarà comincerà una nuova storia per l’Italia ha detto Zingaretti