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Tav, Conte: «No all’opera. Gli elementi negativi superano quelli positivi»

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte

ROMA – Dopo vertici e riunioni tecniche, è no alla Tav da parte del governo guidato da Giuseppe Conte. E’ la vittoria del Movimento 5 Stelle. Resta da vedere come reagirà Matteo Salvini, sul quale poggiavano le speranze di tutta l’Italia che vorrebbe ripartire, a cominciare dall’opera simbolo. Ma il leader del Carroccio, almeno a caldo, non reagisce, non dice nulla. Anche se gli arriva alle orecchie l’eco delle parole di Berlusconi che vuole un governo di centrodestra con Salvini premier. Il problema, ora, è questo governo che sta riportando il Paese all’età della pietra: con i debiti per il reddito di cittadinanza e le grandi opere bloccate, quindi con i cantieri che non si aprono. Ma quanto ci vuole a farlo cadere, questo governo? Il premier Conte nella conferenza stampa convocata nel pomeriggio a Palazzo Chigi, fa finta di essere al comando di un esecutivo invulnerabile e di lunghissima durata. Infatti, con la prosa dell’avvocato, afferma: «In linea di massima ci sono ragioni che spingono a favore dell’opera: la riduzione del traffico stradale, l’impatto ambientale, la limitazione dell’inquinamento acustico. Però ci sono elementi negativi che superano quelli positivi: i flussi del trasporto sarebbero inferiori rispetto ai precedenti calcoli. E questo dato fa pendere l’ago verso il no».

CONTE – E ancora: «Io stesso ho manifestato al tavolo, non muovendo da nessun pregiudizio ideologico o fattore emotivo, ho espresso forti forti dubbi e perplessità sulla convenienza della Tav e lo ribadisco. Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno. Se la dovessimo cantierizzare oggi mi batterei perché non sia realizzata. Lo dico perché voglio che i cittadini italiani siano messi al corrente costantemente. L’unica strada è proseguire, alla luce di ciò che emerso, alla luce dei forti dubbi emersi, e me ne assumo la responsabilità, l’unica strada che credo sia d’obbligo è procedere ad un’interlocuzione con i partner di questo progetto, Francia e Ue, per condividere dubbi e perplessità». Quindi il presidente del consiglio ha aggiunto: «Dobbiamo considerare che l’opera avrebbe dovuto essere terminata nel 2013 ma chi si occupa di queste cose sa che quella data era una chimera.E anche a non voler considerare la lievitazione dei costi noi ci ritroveremmo comunque in una fase temporale in cui il sistema dei trasporti si è evoluto con il rischio che l’opera si riveli poco funzionale rispetto al sistema dei trasporti con cui avremo a che fare».

FRANCIA – Il premier Conte ha convocato a Palazzo Chigi Mario Virano, direttore generale di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e poi gestire la Torino-Lione. Francia in pressing, Italia confermi l’impegno – La Francia ha «firmato un trattato con l’Italia che prevede la realizzazione di questo tunnel: spero che gli italiani ci diranno domani che realizzeranno il tunnel insieme a noi». Intervistata da Jean-Pierre Elkabach su Cnews, la ministra francese dei Trasporti, Elisabeth Borne, torna ad esprimersi a favore della Tav Torino-Lione. «Non faremo un tunnel da soli: spero che domani diranno sì”, ha insistito Borne riferendosi al governo di Roma: “Confido che gli italiani confermino il loro impegno».


Sandro Bennucci

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