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Conte, Tav: i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del Governo

ROMA – E alla fine Conte mette nero su bianco le clausole concordate (o meglio imposte) a Telt, la società italo-francese che gestisce il progetto Tav Torino Lione.

Il premier ha pubblicato il carteggio con Telt e ha aggiunto: «la società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio governo e del governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato. Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a ridiscutere integralmente questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati».

Lunedì però partiranno i bandi per le opere in Francia. E’ quanto si legge nella lettera inviata da Telt al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte; al Primo ministro francese, Edouard Philippe; e per conoscenza al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli; e alla ministra dei Trasporti francese, Elisabeth Borne, firmata dal presidente e dal direttore generale della Società. «Preso atto delle posizioni dei due governi vi informiamo che, in assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario, abbiamo previsto che il Consiglio di amministrazione fissato per l’11 marzo 2019 autorizzi la Direzione a pubblicare gli ‘avis de marches’ (inviti a presentare candidature) relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo per la
presentazione alla Commissione del finanziamento per l’anno 2019».

Ma il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparimo non ci sta. La lettera di Palazzo Chigi invita Telt «a non fare i capitolati d’appalto, lasciando aperto uno spiraglio non chiarissimo. Vedremo lunedì. È come se il governo dicesse di far partire le manifestazioni d’interesse, sapendo già che i capitolati d’appalto non saranno mai affidati – aggiunge – una roba da Repubblica delle banane. Se i bandi non partono senza se e senza ma, il governo vada in Parlamento e si assuma le sue responsabilità. Se non è in grado di farlo, se ne vada a casa».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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