Occupazione cresce: ma un lavoratore su cinque guadagna meno di 9 euro l’ora
ROMA – Cresce l’occupazione, rileva l’Inps, ma quasi un lavoratore su 5 guadagna meno di 9 euro l’ora. Come si rilanciano i consumi e l’economia del Paese con stipendi così bassi? Il 22% dei lavoratori dipendenti delle aziende private (sono esclusi gli operai agricoli e i domestici) ha una retribuzione oraria inferiore a 9 euro lordi, ovvero alla soglia individuata da uno dei disegni di legge sul salario minimo in discussione al Senato. La stima arriva dall’Inps che oggi , 13 marzo,è stato audito dalla Commissione Lavoro del Senato. Il 9% dei lavoratori è al di sotto degli 8 euro orari lordi mentre il 40% prende meno di 10 euro lordi l’ora.
Fissando la soglia del salario minimo a 9 euro lordi l’ora – ha spiegato l’Istat in una memoria – ci sarebbero 2,9 milioni di lavoratori che avrebbero un incremento medio annuo di retribuzione di 1.073 euro. L’Istat spiega che sarebbe coinvolto il 21% dei lavoratori dipendenti con un aumento stimato del monte salari complessivo di 3,2 miliardi. Secondo l’istituto inoltre nel 2018 diminuisce il tasso di disoccupazione dall’11,2% del 2017 al 10,6%. Anche per i giovani c’è un miglioramento di 2,6 punti fino a un tasso di disoccupazione giovanile del 32,2%.
Il numero dei disoccupati complessivamente si riduce di 151 mila unità (-5,2% fino a quota 2 milioni 755 mila), in misura più intensa rispetto al 2017. Il calo della disoccupazione riguarda sia le persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi (-82 mila, -4,9%) sia disoccupati di breve durata.
L’occupazione nel 2018 cresce per il quinto anno consecutivo. Gli occupati aumentano di 192 mila unità (+0,8%), secondo gli ultimi dati Istat, e il tasso di occupazione sale al 58,5% (+0,6 punti), rimanendo di appena 0,1 punti al di sotto del picco del 2008.
L’aumento tra i lavoratori dipendenti riguarda “esclusivamente quelli a tempo determinato” (+323 mila, +11,9%) mentre dopo quattro anni di crescita cala il tempo indeterminato (-108 mila, -0,7%).