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Firenze: debutta con successo «La clemenza di Tito» al Maggio Musicale Fiorentino

Giuseppina Bridelli (Sesto) e Roberta Mameli (Vitellia) in una scena de «La clemenza di Tito»

FIRENZE – Una platea gremita anche di giovani ha riservato una buona accoglienza, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, a «La clemenza di Tito», ultima e non proprio fortunata opera teatrale di Wolfgang Amadeus Mozart, scritta (su soggetto imposto) in un mesetto e mezzo per l’incoronazione di Leopoldo II d’Asburgo a re di Boemia, nel 1791.

Mancano, per forza di cose, l’umorismo e la levità delle opere più famose, la Trilogia su libretto di Da Ponte e «Il flauto magico», ma dal punto di vista musicale «La clemenza di Tito» è a pieno titolo un’opera matura e per il suo tempo modernissima, irta di difficoltà tecniche che il sestetto di protagonisti (Antonio Poli nel ruolo di Tito Vespasiano, Roberta Mameli in quello di Vitellia, forse il personaggio più complesso sotto tutti i punti di vista, Silvia Frigato in quello della tenera Servilia, Giuseppina Bridelli in quello di Sesto, Loriana Castellano in quello di Annio e Adriano Gramigni in quello di Publio) ha saputo affrontare con sicurezza. Apprezzati anche il Coro e l’Orchestra del Maggio diretti da Federico Maria Sardelli, noto specialista del Settecento

Noto e collaudato anche l’allestimento, che debuttò oltre vent’anni fa all’Opéra national de Paris, con la regia di Willy Decker ripresa da Rebekka Stanzel, e i bellissimi costumi di John Macfarlane (fantastiche le acconciature delle coriste, ispirate giustappunto alle acconciature muliebri più elaborate in voga all’epoca dei Flavi). Nel complesso un bello spettacolo, che val la pena vedere anche perché c’è il caso che il titolo latiti di nuovo dai cartelloni locali per qualche lustro (a Firenze non si vedeva dal 2003).

Tre sole repliche, venerdì 22 e mercoleì 27 marzo alle 20 e domenica 24 marzo alle 15.30

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