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Governo: si acuisce lo scontro, Di Maio attacca Salvini, ma non rompe

ROMA – Dopo il test Basilicata tornano le fibrillazioni all’interno del governo gialloverde. Matteo Salvini – in teoria il più interessato a staccare la spina al governo dopo le Europee per monetizzare il consenso e passare all’incasso – vede sempre con preoccupazione un eventuale governo di centrodestra con Berlusconi e rassicura i grillini di voler continuare. Dall’altra parte però arriva un inatteso attacco da parte di Luigi Di Maio, che, dopo gli insuccessi a catena nelle ultime elezioni, si trova evidentemente nella necessità di marcare le distanze dall’alleato leghista.

«Il centrodestra è un fantasma, vince ma non esiste. Del resto quel che è accaduto in Basilicata è indicativo, parliamoci chiaro: vince un candidato di Berlusconi e tutti fanno festa. Contenti loro. Per quanto mi riguarda: noi
corriamo con la nostra lista, altri fanno le ammucchiate. Piuttosto che governare insieme a Berlusconi, il M5S se ne va all”opposizione. Sono scelte di campo. Noi siamo autonomi, con qualche difetto come tutti, ma non abbiamo bisogno di Berlusconi». Queste le dichiarazioni del leader del M5s in una intervista al Corriere della Sera.
«Non capisco cosa si pretende – continua Di Maio -.Sappiamo che correndo con una unica lista è molto complesso vincere in una Regione. Dopo di che, diciamola tutta: vogliamo correre alla pari? Bene, non vediamo l’ora. Modifichiamo la legge elettorale per le Regionali, diamo il premio solo alla lista e non alle coalizioni, poi vediamo se le cose cambiano». Alla domanda su che cosa farà il M5s Di Maio spiega che con la Lega «c’è un confronto, non le chiamerei frizioni. Certo mi è dispiaciuto vedere che si sono sollevate polemiche ingiustificate su misure di buon senso come ad esempio la via della Seta. Ed è su questo che magari un chiarimento può far bene. Poi abbiamo
valori diversi su molti fronti. Uno tra tutti il concetto stesso di famiglia: per me la famiglia è sacra, il M5S propone di
aumentare le pene per chi compie violenze contro le donne, a Verona c’è qualcuno che è allergico a questo dibattito. Diamo la cittadinanza a Ramy – propone – e altri riconoscimenti ai bambini che si sono distinti quel giorno».

Lo scontro nella maggioranza potrebbe essere destinato ad aumentare di tono, mentre sullo sfondo inizia a intravvedersi quella manovra di bilancio di fine anno che rappresenta uno spettro per la Lega, partito del Nord e delle partite iva.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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