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Foggia: abbattute baracche nel ghetto dei migranti, il procuratore detta le regole per l’intervento delle Autorità

Borgo

FOGGIA – Circa duecento uomini tra militari dell’Esercito, poliziotti, carabinieri e finanzieri sono impegnati da questa mattina in una nuova operazione interforze per l’abbattimento di baracche abusive nel ghetto di Borgo Mezzanone, l’agglomerato sorto accanto al Cara – Centro Richiedenti Asilo Politico – che si trova a pochi chilometri da Foggia. Salvini lo aveva promesso e sta dando seguito alle promesse.

Ma la magistratura non rinuncia a metterci lo zampino, vuole acquistare sempre nuovi spazi e detta il da farsi e l’agenda alla politica, vista la latitanza delle amministrazioni. Ormai i giudici, che oltre a giudicare sui casi di specie, come loro diritto e dovere, intervengono anche su quanto le autorità politiche dovrebbero fare. Con un occhio di riguardo ai poveri migranti, che debbono essere favoriti anche nella concessione e costruzione degli alloggi a scapito degli indigeni italiani..

Ecco ad esempio l’ultima esternazione del procuratore di Foggia: «Le baracche abusive costruite attorno alla ex pista di Borgo Mezzanone dovranno essere abbattute, ora spetta agli organi competenti trovare una sistemazione abitativa per queste persone che costituiscono una risorsa indispensabile per l’economia della Provincia di Foggia a forte vocazione agricola». Lo sostiene il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro nel corso di una conferenza stampa
convocata dopo le operazioni di demolizione di 11 baracche situate all’interno del ghetto di Borgo Mezzanone, l’agglomerato abusivo sorto accanto al Cara, a pochi chilometri da Foggia. Sembra un giudizio economico-politico più che giuridico.

«Molti di questi abitanti che risiedono nel ghetto sono regolari e costituiscono una risorsa di lavoro assolutamente
indispensabile per il nostro territorio – ha precisato Vaccaro. Ora inizia la stagione degli asparagi, poi ci sarà quella del pomodoro; insomma, questi migranti – afferma Vaccaro – costituiscono una forza lavoro indispensabile per il nostro territorio senza la quale il nostro prodotto non potrebbe essere neppure raccolto».

Secondo il Procuratore Capo di Foggia oltre ad assicurare un tetto dignitoso ai residenti del ghetto, bisogna assicurare anche il trasporto sui luoghi di lavoro proprio al fine di evitare le stragi avvenute ad agosto scorso in cui morirono in due distinti incidenti stradali, ben 16 braccianti agricoli. «La ex pista – aggiunge – è un luogo dove si consumano numerosissimi reati che vanno dall’occupazione abusiva, alla discarica di rifiuti, allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione. Ma è anche il serbatoio del caporalato. I tempi per lo smantellamento definitivo della ex pista è difficile stabilirli – ha concluso – ma faremo il più presto possibile poter per evitare di arrivare al periodo clou della raccolta del pomodoro dove si passa dalle attuali mille presenze fino alle 4/5mila persone».

Forse sarebbe l’ora che qualcuno, ad esempio Mattarella, quale Presidente del Csm, richiamasse all’ordine magistrati troppo zelanti, visto che i giudici stessi, al loro interno, si guardano bene dall’intervenire.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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