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Reggio Calabria: Lucano, sindaco sospeso di Riace, confermato il divieto di dimora

REGGIO CALABRIA – Niente da fare. Per Domenico Lucano resta l’esilio da Riace, il centro di cui é stato sindaco per molti anni ed in cui aveva realizzato un modello di accoglienza che lo aveva reso famoso nel mondo, tanto da essere inserito dalla rivista “Fortune” nella classifica dei 50 leader più influenti del mondo.
Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha ribadito il divieto di dimora per Lucano confermando la pronuncia negativa sul ricorso che era stata annullata l’11 aprile scorso dalla Corte di cassazione, che aveva rinviato gli atti allo stesso collegio per una nuova decisione. Nulla é cambiato, evidentemente, nella valutazione dei giudici riguardo le
esigenze cautelari collegate all’inchiesta Xenia, condotta dalla Procura della Repubblica di Locri, che nell’ottobre scorso aveva portato all”applicazione a carico di Lucano della misura degli arresti domiciliari.
A Lucano vengono contestati, in particolare, il favoreggiamento dell”immigrazione clandestina e l’abuso
d’ufficio in relazione all’appalto di raccolta dei rifiuti gestito dal Comune di Riace all’epoca in cui lo stesso Lucano
era sindaco. Appalto affidato con una procedura ritenuta dall’accusa non conforme alla legge ad una cooperativa composta da un gruppo di migranti facenti parte del progetto sprar gestito dal Comune .
L”11 aprile scorso il Gup di Locri, Amelia Monteleone, aveva disposto, nell’ambito dell’inchiesta Xenia, il rinvio a
giudizio per Lucano e per altri 26 indagati, fissando l’inizio del processo per l’11 giugno prossimo davanti allo stesso
Tribunale di Locri. Ma appena il giorno dopo la decisione del Gup il Pm della Procura di Locri Ezio Arcadi aveva emesso nei confronti di Lucano un avviso di conclusione delle indagini preliminari in relazione ad un’altra inchiesta in cui al sindaco sospeso di Riace vengono contestati i reati di truffa e falso ideologico sempre in relazione alla gestione dei migranti.
In particolare, a Lucano, in questo nuovo procedimento, in cui sono indagate con lui altre nove persone, vengono
contestati, complessivamente, otto episodi di truffa. La contestazione che gli viene mossa é di avere indotto in errore
– è detto nel capo d”imputazione – il Ministero dell”Interno e la Prefettura di Reggio Calabria, ricorrendo all’artificio di predisporre una falsa attestazione, a firma dello stesso Lucano, in cui veniva dichiarato che le strutture di
accoglienza per ospitare i migranti esistenti nel territorio di Riace erano rispondenti e conformi alle normative vigenti in materia di idoneità abitativa, impiantistica e condizioni igienico-sanitarie. Laddove così – a detta della Procura di Locri – in effetti non é , essendo quegli appartamenti privi di collaudo statico e certificato di abitabilità, documenti indispensabili per l’utilizzo sopra specificato e per come richiesto dal manuale operativo Sprar e dalle convenzioni stipulate tra il Comune di Riace e la Prefettura di Reggio Calabria».
Insomma a Lucano, la tanto decantata esperienza di accoglienza attuata a Riace, che lo ha portato ad essere
considerato un esempio positivo di altruismo e di integrazione nei confronti dei migranti, rischia davvero di costare cara sul piano giudiziario.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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