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Firenze: «Janua Coeli» chiude l’anno di celebrazioni per il Millenario di San Miniato al Monte

Marco Bagnoli La Voce Foto Ela Bialkowska
Marco Bagnoli, «La voce» (foto Ela Bialkowska)

FIRENZE – Lunedì 22 aprile alle 19, nella Basilica di San Miniato al Monte a Firenze, Marco Bagnoli darà luogo all’atto conclusivo dell’opera «Janua Coeli» pensata e realizzata per le celebrazioni del Millenario della fondazione dell’Abbazia, iniziate il 27 aprile 2018 con una cerimonia rituale condotta dall’artista e dall’Abate Bernardo.

«Janua Coeli» si articola su una diagonale ideale che dall’esterno, dal Cimitero delle Porte Sante, attraversa in tutta la sua lunghezza la Basilica per raggiungerne l’abside con un segno di luce, simbolo di quel sogno profetico di pace, che fu nella visione all’origine dell’istituzione dell’Abbazia.

Collocata nel cimitero, ai piedi di un cipresso, l’opera «Ascolta il flauto di canna» rappresenta la Terra, uno dei cinque elementi costitutivi dell’universo secondo l’antica sapienza (Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Etere). L’accompagna un suono, realizzato da Giuseppe Scali, che proviene da un nido posto nella chioma dell’albero. Entrando nella Chiesa, la prima opera che incontriamo, sulla sinistra della navata, è il Fonte battesimale scolpito in alabastro. Con tutto il suo portato simbolico e iniziatico, rappresenta l’elemento Acqua. Avanzando all’interno, troviamo «La voce», una scala in ferro proiettata verso l’alto, che poggia sulla banda rossa, segno distintivo di tutta l’arte di Bagnoli, che qui è sollevata in un angolo da un’ampolla di cristallo e sostiene, nell’angolo opposto, una parabola di piombo. La voce occupa il luogo del Fuoco, posta com’è nella parte alta e retrostante l’altare, quale luogo dello spirito. L’elemento Aria è evocato in «Sonovasoro», vaso in alabastro e foglia d’oro, che contiene l’ombra della croce, posto dove la diagonale virtuale incrocia, sul finire del percorso, il vano della finestra dell’abside.

L’intero lavoro relativo all’opera di San Miniato al Monte è stato realizzato dall’Atelier Marco Bagnoli, che ha avuto la funzione di collettore di tutte le competenze artigianali, produttive e scientifiche. Pier Luigi Tazzi ha seguito l’intero coordinamento, a Marco Ulivieri e Luciano Scali è stata affidata la direzione tecnica, e a Alberto Cioni le ricerche di archivio.

Fra gli elementi il Fuoco, simbolo dello Spirito Santo della Trinità cristiana e della sua manifestazione, è il protagonista del rituale messo in atto dall’artista il giorno dell’inaugurazione. Trasportato dalla base de La Voce è stato deposto dall’artista nella parabola specchiante d’acciaio, collocata al centro dell’antico Zodiaco raffigurato sul pavimento della Basilica.

Infine, il quinto elemento, l’Etere, è associato alla musica di «Haec est porta coeli», performance musicale di Luca di Volo, per coro, strumenti, live electronics e luci, eseguita a seguito del rituale del Fuoco.

San Miniato è luogo di spiritualità oltre che centro di ricerca e di pensiero e, in questo contesto, l’opera di Bagnoli, grazie alla sua riconosciuta capacità di dialogare con culture lontane nei tempi e negli spazi, è capace di mettere in relazione dimensioni sia intellettuali sia spirituali e trarne una sintesi artistica di particolare fascino.

La cerimonia del Lunedì dell’Angelo, il 22 aprile, sigillerà la chiusura delle celebrazioni del Millenario con un rituale che si ricollega a quello che un anno fa ha aperto le celebrazioni. Scandito in quattro stazioni, l’altar maggiore, lo Zodiaco, la Porta Santa della Basilica, la balaustra del cimitero, sarà compiuto dall’Abate Bernardo, da un coro dei monaci che intoneranno «Cumque evigilasset», un canto in stile gregoriano appositamente composto da Giuseppe Scali, e ancora da Marco Bagnoli, che, così come portò il fuoco d’inizio, porterà ora fuori il fuoco del compimento.

Basilica di San Miniato al Monte (via delle Porte Sante, Firenze)

Ingresso libero

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