Piacenza: migrante, con precedenti per rapina, libero rompe il naso a un poliziotto
PIACENZA – Un poliziotto delle volanti, assistente capo della questura di Piacenza, è rimasto ferito nella notte durante un controllo davanti alla stazione ferroviaria. Un 22enne originario del Mali si è avventato contro di lui, dopo che gli aveva chiesto i documenti per la normale identificazione. Lo ha spinto a terra, gli ha sferrato un calcio
al volto che gli ha provocato la frattura del setto nasale. Lo straniero è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni gravi. Aveva un precedente per rapina, era ovviamente libero, mai che la magistratura intervenga, e stava in un centro di accoglienza. Risulta avere un permesso di soggiorno per motivi umanitari e un divieto di dimora a Piacenza. L”agente, ricoverato, ha ricevuto una prognosi di oltre un mese.
SAP – «Esprimiamo immensa solidarietà al collega augurandoci che possa rimettersi presto. Chiediamo una pena esemplare per il suo aggressore». Così, in una nota, Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sap, il Sindacato
Autonomo di Polizia commenta l’aggressione avvenuta nella notte a Piacenza, ai danni di un agente della Polfer, spinto a terra da un cittadino del Mali a cui aveva chiesto i documenti per un controllo. «Il cittadino straniero, titolare di un permesso di soggiorno per motivi umanitari – prosegue – aveva precedenti per rapina e un divieto di dimora a Piacenza. Nonostante questo era libero di circolare e commettere anche reati indisturbato perché è
consapevole di non pagare per questi». A giudizio di Paoloni, ancora, «il senso di impunità che anima queste persone, gli permette di compiere qualsiasi cosa, anche rompere il naso ad un poliziotto che in quel momento
rappresenta la legge, lo Stato. Ci auguriamo – conclude l’esponente del Sap – che siano adottati giusti provvedimenti,
con l’esclusione di misure alternative alla detenzione, a garanzia dei cittadini e degli operatori delle forze
dell’ordine». un auspicio che sicuramente risulterà vano, considerate le nostre leggi e la nostra magistratura.