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Elezioni in Spagna: Socialisti primi. Puigdemont cala in Catalogna. L’ultradestra entra in Parlamento

Operazioni di scrutinio in Spagna dopo la chiusura delle urne

MADRID – La partecipazione al voto, in Spagna, è stata massiccia. E i risultati sarebbero importanti. Primi dati ufficiali dopo la chiusura dei seggi in Spagna. Con il 6,84% dei voti scrutinati, la proiezione assegna al partito socialista 128 seggi, come riferisce El Pais. Secondo il primo exit poll, i socialisti sono in testa davanti ai popolari, poi Ciudadanos, Podemos e Vox. Stando ai calcoli della tv spagnola sulla base di un sondaggio a campione, i socialisti del Psoe otterrebbero il 28,1% di preferenze, il PP il 17,8%, Ciudadanos il 16,1%.

Seguono Podemos con il 14,1% e Vox con il 12,1%. ll partito di estrema destra spagnolo Vox entra in Parlamento per la prima volta in 40 anni nella storia della democrazia spagnola. Secondo i sondaggi per la tv pubblica, avrebbe ottenuto 36-38 seggi su 350.

Sempre in base agli exit poll, Junts pel Catalunya dell’ex presidente Carles Puigdemont, avrebbe perso il consenso dei catalani, che hanno preferito la sinistra repubblicana di Erc, più dialogante con Madrid, che è guidata da Oriol Junqueras, attualmente in carcere con l’accusa di dichiarazione illegale di indipendenza dopo il referendum del
2017. In base ai primi dati, il partito di Junqueras otterrebbe 13-14 seggi nel nuovo parlamento spagnolo, rispetto ai 5 di Puidgemont.

Boom di affluenza, abbiamo detto, al voto. L’ultimo rinnovo delle ‘Cortes Generales’, il parlamento spagnolo, risale al 26 giugno 2016. Con il voto di oggi la Spagna dà il via alla sua 13ma legislatura in 42 anni di storia democratica.



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