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Roma: 146 profughi arrivati dalla Libia attraverso corridoio umanitario

Profughi

ROMA – Nella giornata di oggi 146 rifugiati (e non 147 come annunciato in un primo momento) sono stati evacuati dalla Libia grazie a un’operazione congiunta dell’Unhcr, l”Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e le autorità italiane e libiche. Lo rende noto la stessa organizzazione dell”Onu, segnalando che «dall’inizio dei recenti scontri l’Italia è il primo Paese ad accogliere persone evacuate dalla Libia e che l’evacuazione è stata organizzata in
collaborazione con il Ministero degli Interni libico».
Il gruppo, di cui fanno parte anche 46 minori separati dalle loro famiglie, è partito dall”aeroporto libico di Misurata ed è da poco atterrato a Roma. I rifugiati evacuati saranno ospitati in centri di accoglienza straordinaria.
«Questa operazione di evacuazione è un”àncora di salvezza per le persone che hanno affrontato gravi minacce e pericoli in Libia, ha affermato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Ora è di fondamentale importanza che anche altri Stati mettano in atto simili gesti di generosità offrendo opportunità di evacuazione per i rifugiati coinvolti nel conflitto. Fingere di non vedere quanto sta accadendo avrà conseguenze drammatiche e reali».
Intanto, ricorda l”Unhcr,« a Tripoli le condizioni di sicurezza continuano a peggiorare a causa del protrarsi dei
combattimenti tra forze rivali. Non a caso, anche nei giorni scorsi i raid aerei hanno causato numerose vittime tra i civili e distrutto diverse infrastrutture. In questo contesto migliaia di rifugiati e migranti continuano a essere prigionieri nei centri di detenzione, dove anche prima dell’inizio del recente conflitto vivevano in condizioni drammatiche. Le persone detenute hanno riferito di temere per le loro vite e di aver sentito spari e attacchi aerei nelle vicinanze. Se i combattimenti dovessero raggiungere i luoghi di detenzione, queste persone rischierebbero di essere abbandonate o coinvolte nel conflitto».
L’Unhcr esorta la comunità internazionale a evacuare tutti i rifugiati rimasti nei centri di detenzione a Tripoli e a
portarli al sicuro. Poiché gli scontri non accennano ad arrestarsi, la rapidità è un elemento essenziale”. Al momento
più di 3.300 persone sono particolarmente a rischio, intrappolate all’interno dei centri di detenzione in prossimità
degli scontri in corso e imminenti.

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