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il governatore della Toscana Enrico Rossi

Toscana: Giani contro Rossi su Tpl ai francesi. «Tradita l’assemblea». Replica: «Non ti riguarda»

il governatore della Toscana Enrico Rossi
il governatore della Toscana Enrico Rossi

FIRENZE – Scontro istituzionale, in Toscana, sull’affidamento del Trasporto pubblico locale su gomma. Forse per la prima volta in questa legislatura, il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha attaccato frontalmente il presidente della giunta, Enrico Rossi. Il quale ha replicato ufficialmente provocando quindi una frattura netta fra assemblea e governo regionale. Dopo la notizia della gara vinta dai francesi di Rapt (Autolinee Toscane), Eugenio Giani ha dichiarato: «Esprimo perplessità in merito all’affidamento ad Autolinee Toscane spa, azienda del gruppo francese Ratp, della gara unica regionale per il servizio di Tpl in tutta la Toscana, perchè ciò non corrisponde né alla volontà dell’Assemblea legislativa della Toscana, e neppure a profili di opportunità. Il Consiglio regionale – ricorda Giani – aveva approvato un atto di indirizzo, nel quale si era detto con trasparenza di attendere l’esito della sentenza del Consiglio di Stato. Un indirizzo i cui effetti vengono vanificati da questo affidamento. Sarebbe stato opportuno attendere pochi mesi, fino alla pronuncia del Consiglio di Stato, il supremo organo della giustizia amministrativa, prevista per il mese di ottobre».

Il presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani

Pronta la replica del presidente della giunta, Enrico Rossi: «L’intervento del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani in merito all’affidamento del trasporto pubblico locale ad Autolinee Toscane, voglio rilevare che esso non solo è inopportuno ma che, svolto da parte della massima carica consiliare, rappresenta un indebito attacco alla Giunta toscana, soprattutto alla serietà e alla correttezza del comportamento dei suoi tecnici, dell’avvocatura regionale e dei responsabili del procedimento».

Ancora Rossi: «Sfugge evidentemente al presidente dell’Assemblea regionale che le mozioni presentate in Consiglio possono avere un valore di indirizzo rispetto agli atti della Giunta, ma non possono superare né le disposizioni legislative, né la cogenza di contratti precedentemente stipulati e, ancor meno, ordinare quali comportamenti debbano essere assunti dai dirigenti». Il governatore chiede a Giani di «non esondare ‘in munere alieno’ (tacere in faccende che non lo riguardano, ndr) e di rientrare nell’ambito delle sue responsabilità e delle sue prerogative. Per essere chiaro – osserva in modo più incisivo -, ricordo la comunicazione svolta dall’assessore Ceccarelli in Consiglio, nella quale si sottolineava come il procedimento fosse ormai oltre il livello di ogni decisione politica, e che interferire in questa fase avrebbe significato condizionare la libertà e la responsabilità tecnica di un dirigente che, coadiuvato dai pareri legali della nostra avvocatura, ha ritenuto di dover applicare conformemente la legge e procedere all’affidamento. Insistere su un’interpretazione politica di questa vicenda significa esercitare indebite pressioni – conclude Rossi – e mettere in cattiva luce il ruolo svolto dagli uffici regionale in modo lineare e trasparente».

Preoccupati a Prato – Non si arrenderanno comunque i componenti della cordata toscana, Mobit, disposti a dare battaglia fino in fondo. Forte preoccupazione a Prato, fra i dipendenti della Cap, che temono di perdere centinaia di posti di lavoro. Del loro stato di disagio si è fatto interprete anche il sindaco della città, Matteo Biffoni, ricandidato alla poltrona di primo cittadino. A sostegno di Mobit c’è buona parte del Pd toscano, forse è per questo che si è arrivato alla frattura istituzionale in Regione. Giani sarebbe intervenuto proprio per dar man forte a Biffoni e ai sindaci di città che temono ricadute devastanti dall’affidamento del Tpl ai francesi di Rapt.



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