Nave Open Arms bloccata fuori dall’isola di Lesbo, proteste della Ong
ROMA – La nave Open Arms è da 5 giorni fuori dal porto di Mitilini a Lesbo senza che le autorità greche permettano alla ong di scaricare il materiale umanitario a bordo destinato al campo per rifugiati dell’isola. Lo rende noto la stessa ong in un comunicato.
«Lo scorso 23 aprile – si legge nella nota – abbiamo lasciato il porto di Barcellona, dopo più di 100 giorni di blocco
amministrativo in Spagna. Abbiamo fatto un primo scalo sull’isola di Samos, dove non solo non ci hanno permesso di scaricare il materiale sanitario destinato al campo per rifugiati dell”isola, ma poche ore dopo il nostro arrivo, ci
hanno invitato ad abbandonare l’attracco perché assegnato a un’imbarcazione militare (che evidentemente ha la precedenza).
Per questo, ci siamo diretti verso lo scalo successivo senza che ci fosse possibile effettuare la consegna del materiale
destinato al campo di Samos. Abbiamo così raggiunto il porto di Mitilini, a Lesbo, lo scorso venerdì 3 maggio, giorno in cui ci è stato assegnato un attracco che, secondo quanto indicato dalle carte nautiche aggiornate, ha una profondità di fondaggio inferiore al pescaggio della nostra nave, dunque non è considerato sicuro. Da quel momento l’Open Arms è rimasta fuori dal porto, non le è stato infatti permesso né di attraccare, né di sbarcare gli aiuti umanitari che sono presenti a bordo. 5 giorni di attesa senza che sia stata offerta alcuna soluzione», conclude Open Arms.
Resta sempre aperto il quesito: chi decide quali missioni debbano fare queste Navi Ong, quali siano le priorità, chi le determina, perché se queste non sono indicate da autorità ufficiali ma scelte autonomamente dai volontari sembra proprio che gli Stati non siano molto propensi ad accettarle.