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Eurostat: disoccupati, ce ne sono più in Campania e Calabria che in tutto il Regno Unito

20121024 Commissione Europea
Commissione europea

BRUXELLES – Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat i disoccupati di lunga durata nel 2018 in Italia sono diminuiti fissandosi a 1,6 milioni di unità (-81.600) ma sono il numero più elevato in Ue. In sole due regioni come la Campania (286.000) e la Calabria (105.000) ci sono più disoccupati da oltre 12 mesi dell’intero Regno Unito (352.000). Nell’Europa a 28 nel 2018 c’erano 7,3 milioni di disoccupati di lunga durata con un calo di oltre 1,1 milioni rispetto al 2017 ma ancora a un livello superiore di circa un milione rispetto al 2008. In Italia la disoccupazione di lunga durata seppure in calo rispetto al 2017 è più che raddoppiata rispetto al 2008 quando erano senza lavoro da oltre 12 mesi solo 752.000 persone. Alla faccia del vantato recupero del Jobs Act di Renzi, millantato dal rottamatore.

In Germania l’andamento è stato opposto rispetto al nostro Paese con 1,6 milioni di disoccupati di lunga durata nel 2008 e un milione in meno (600.000) dieci anni dopo. In Italia chi è senza occupazione da oltre 12 mesi rappresenta il 58,1% della disoccupazione complessiva a fronte del 43,2% nell’Ue a 28 e del 40,9% in Germania ma le differenze sono molto significative sul territorio. Nella provincia di Bolzano meno di un quarto dei disoccupati (il 23%) non ha lavoro da più di un anno (il 31% a Trento) mentre in Calabria la percentuale sfiora il 70% (il 69,6%, al livello più alto dall’inizio della crisi economica quando era al 50,5%). In Emilia Romagna il tasso dei disoccupati di lunga durata sul totale della disoccupazione è in media europea (41,4%) anche se di molto superiore al 25,9% del 2008.

Dall’inizio della crisi l’Italia ha registrato una crescita significativa della forza lavoro grazie all’aumento della partecipazione delle donne e alla stretta sulle regole per l’accesso alla pensione con la permanenza in ufficio della fascia più anziana della popolazione. Ma se l’occupazione dopo un forte calo è tornata sui livelli pre crisi per la disoccupazione si è avuto un aumento significativo. Nonostante l’occupazione femminile in Italia sia cresciuta (era al 49,5% nel 2018 dal 48,9% del 2017) si allarga ancora il divario con il tasso medio di occupazione femminile in Europa (63,3%, dal 62,4% del 2017).

Dopo la Mayotte, regione d’oltremare francese, ci sono quattro regioni italiane agli ultimi posti nell’Unione europea con la Sicilia che scende dal 29,2% del 2017 al 29,1%, la Campania stabile al 29,4% e la Calabria al 31% e la Puglia al 32,8%, in crescita rispetto all’anno precedente. In pratica lavora, almeno ufficialmente, meno di una donna su tre. Le regioni del Sud e le Isole sono in fondo alla classifica anche per l’occupazione della fascia tra i 25 e i 34 anni, ovvero quella nella quale dovrebbe essere terminato il percorso formativo, con percentuali poco superiori al 40% (45,3% il Sud, 41,9% le Isole in media) a fronte del 77,5% della media Ue.

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