I prefetti apprezzati da due italiani su 3, un sondaggio di SWG svela il gradimento per la loro opera
Il ruolo dei prefetti e delle prefetture è spesso poco conosciuto e apprezzato dal grande pubblico, ma valutato positivamente solo dagli addetti ai lavori. Per questo, nel corso della mia quarantennale appartenenza al corpo prefettizio, mi sono impegnato per far conoscere ed apprezzare l’attività professionale, che comporta anche molti sacrifici di carattere personale, svolta ovunque da migliaia di colleghi della carriera prefettizia e dalle strutture periferiche del Ministero dell’Interno. Periodicamente si riaffacciano proposte di abolizione dell’istituto, che vengono poi prontamente rinfoderate (vero Salvini?) quando il politico di turno si trova a governare la complessa macchina del ministero e si accorge che è una delle poche che in Italia funziona. Ma periodicamente (poco spesso) anche indagini di strutture specializzate confermano il gradimento, non molto pubblicizzato, dell’azione e del ruolo del prefetto nelle nostre province e nelle nostre città. L’ultima conferma viene da una recentissima indagine di SWG per il Sinpref.
Due italiani su tre considerano centrale il ruolo di coordinamento svolto sul territorio dai Prefetti per la gestione di tutte situazioni di crisi a livello locale, con particolare riguardo a quelle concernenti l’ordine e la sicurezza pubblica. È quanto emerge da un sondaggio sulla conoscenza delle Prefetture commissionato dal Sinpref, Associazione Sindacale dei Funzionari Prefettizi, all’istituto SWG.
«Un’esigenza, quella della sicurezza, che emerge chiaramente dalle risposte dei cittadini che continuano a vedere nella garanzia del rispetto delle regole e nella tutela della sicurezza collettiva la principale missione del rappresentante dello Stato sul territorio» ha sottolineato Antonio Giannelli, viceprefetto e presidente del Sinpref. I risultati dello studio sono stati presentati in occasione del convegno dal titolo «Gestione delle emergenze e responsabilità prefettizie» che si è svolto a Roma alla presenza di Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno, del prefetto Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell’Interno, e di alcuni illustri esponenti della magistratura inquirente e contabile.
I due terzi di coloro che hanno risposto al sondaggio considera efficace l’operato delle Prefetture e, se si circoscrive la valutazione alle attività di coordinamento in materia di ordine e sicurezza pubblica, il valore raggiunge i tre quarti degli intervistati. Tra le priorità che, secondo gli italiani, dovrebbero essere affrontate da parte delle Prefetture vi sono la gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica in provincia (per il 67%); le attribuzioni in materia di protezione civile (45%); le competenze in materia di enti locali (29%) e le politiche sulla gestione dei flussi migratori (28%).
«Dal sondaggio – ha concluso Giannelli – emerge quindi chiaramente il grande apprezzamento degli italiani per le attività di gestione delle emergenze e coordinamento da parte delle Prefetture che, secondo i più, dovrebbero essere ulteriormente sviluppate in settori strategici, quali la mediazione sociale; la sicurezza urbana; il supporto agli enti locali; la prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata; le misure di prevenzione antimafia, in luogo delle numerose quanto gravose attività di gestione amministrativa che non sono, di certo, tra quelle che colpiscono l’attenzione dell’opinione pubblica».
Personalmente ho apprezzato molto il risultato di quest’indagine, soprattutto perché dimostra che l’azione dei prefetti non è poi così sconosciuta dalla gente, visto che le risposte fornite ai quesiti dimostrano che i cittadini sanno quali sono i nostri compiti e attribuzioni, tanto che ne hanno individuato una graduatoria molto rispondente alla realtà dei fatti. Alla luce di questo sondaggio il titolo che ho dato, nel 1910, al volumetto «Il prefetto questo sconosciuto» adesso dovrei modificarlo, ma vuol dire che anche questa trattazione nella quale si racconta l’attività quotidiana del rappresentante dello Stato sul territorio ha avuto qualche effetto positivo, contribuendo a far conoscere il ruolo, ancora essenziale, dei prefetti.