Fiorentina: morto Mario Mazzoni, l’allenatore che vinse la Coppa Italia 1975
FIRENZE – Se n’è andato a 88 anni Mario Mazzoni, storico allenatore della Fiorentina che vinse la Coppa Italia del 1975. Cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, Mazzoni giocò nella Pro Firenze, nel Castelfiorentino, nel Signa, nel Siena, nell’Empoli e, a lungo, nel Bari, sia in serie A che in serie B. Venne convocato anche in Nazionale per una partita degli azzurri a Londra, contro l’Inghilterra. Nel 1965 divenne il tecnico della Fiorentina Primavera, per poi assumere il ruolo di vice allenatore della prima squadra nel 1968 e diventare campione d’Italia nel 1969, come secondo di Bruno Pesaola. Ha continuato nel ruolo di vice fino al 1974-75, quando prese il posto di Nereo Rocco a fine stagione, vincendo la Coppa Italia nella finale contro il Milan con gol decisivo di Rosi. Era già la squadra con Antognoni capitano.
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Scrivo davvero con le lacrime agli occhi: Mario Mazzoni, oltre che grandissimo amico, è stato per me un eccezionale maestro. Cominciavo a fare il giornalista, alla fine degli anni Sessanta, e trovai in lui, allenatore in seconda della Fiorentina una specie di secondo babbo. Ai tempi di Nils Liedfholm sulla panchina della Fiorentina, Mario m’invitava perfino al cinema con la squadra, il sabato pomeriggio. Altri tempi. Riuscivo a sapere tutto quel che accadeva anche nello spogliatoio. E come sollecitava me, giornalista da far crescere, Mario Mazzoni riusciva a scoprire e a far crescere i giovani calciatori. Ne scoprì a decine. Poi li raccomandava a Egisto Pandolfini, altro scovatore di talenti. Ricorderò un solo episodio fra i tanti che mi tornano alla mente: all’inizio della stagione 1971-72, seguita a un campionato nel quale la Fiorentina aveva rischiato di retrocedere, Liedholm chiese a Mazzoni di vedere tutti i ragazzi viola in prestito in serie B e serie C. Mazzoni li convocò: e fra tutti emerse Andrea Orlandini, detto Birillo per la sua magrezza, che era in presdtito al Prato. Grande mediano viola, poi passato al Napoli, Birillo Orlandini. In Nazionale ebbe solo la sventura di dover marcare Johan Cruyff. Mario Mazzoni, sempre schivo e voglioso di restare dietro le quinte, aveva un consiglio e una parola per tutti. Si portava addosso un soprannome: Bruciata. Perchè quando giocava a Castelfiorentino gli piaceva mangiare le caldarroste. Ossia un vizio pulito e cristallino. Come del resto era lui. Ciao Bruciata, ci mancherai tanto.
Sandro Bennucci