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Migranti: Viminale risponde all’Onu, pensi ai diritti umani nel Venezuela invece di fare campagna elettorale

Viminale 604x355ROMA – Il ministero dell’Interno, ovverosia il ministro Salvini, risponde in modo piccato alla lettera provocatoria inviata dall’Alto Commissario Onu a difesa dei diritti dei migranti, anche irregolari, delle Ong e delle illegittimità varie, colpendo solo l’Italia: «Il Viminale non ha sottovalutato la lettera dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell”Onu, soprattutto alla luce della competenza e dell’autorevolezza delle Nazioni Unite in materia. Autorevolezza testimoniata da alcuni Paesi membri dell’Onu come Turchia e Corea del Nord». È quanto affermano fonti del Viminale in merito alla lettera dell’Onu sul decreto sicurezza bis ribadendo che l’auspicio è che il provvedimento sia approvato nel Cdm di lunedì 20 maggio. E alla fine aggiunge il carico da 90 nei confronti degli altezzosi esponenti Onu: «l’autorevole Onu dedichi le energie all’emergenza umanitaria in Venezuela, anziché fare campagna elettorale in Italia». Inoltre, aggiungono le fonti, «è singolare che l’Alto Commissariato per i Diritti Umani non si fosse mai accorto che la multa per chi favorisce l’ingresso non autorizzato di immigrati fosse già presente da tempo nell’ordinamento italiano (articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione). E il decreto Sicurezza Bis aggiorna la norma. Una svista, dicono al Viminale, che il ministero avrebbe segnalato riservatamente agli autori della lettera, se solo l’Alto Commissariato l’avesse inviata prima al Viminale e poi, eventualmente, ai media e non viceversa» .

Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni scrive si twitter: «La Sea Watch pronta a entrare in acque italiane. Trasbordare i passeggeri e poi affondare la nave: questo farebbe un governo che intende difendere i propri confini. O anche stavolta la daremo vinta alle Ong?».
Intento dalla nave alla fonda al largo di Lampedusa vengono lanciati appelli strazianti per convincere magistrati, sinistre e grillini a fare sbarcare tutti i presunti naufraghi e profughi: «Siamo molto preoccupati perché alcune delle persone rimaste a bordo di Sea Watch 3 parlano di autoinfliggersi ferite o addirittura di suicidarsi pur di interrompere questa situazione». Lo denuncia il team medico della Ong tedesca Sea Watch. Non solo dal punto di vista fisico, «ma anche psicologico la situazione è difficile, soprattutto dopo che sono stati fatti sbarcare alcuni, mentre altri sono rimasti a bordo in una condizione di incertezza. Dal punto di vista medico la situazione non è positiva, stiamo mantenendo un equilibrio molto fragile e precario».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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