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Morto Vittorio Zucconi. Figlio d’arte, si è divertito a fare il giornalista

Vittorio Zucconi
Vittorio Zucconi

WASHINGTON – E’ morto nella sua casa di Washington, Vittorio Zucconi, 75 anni, giornalista e scrittore. Gli è stata fatale una grave e veloce malattia. Si è divertito a fare un mestiere che gli piaceva e che gli ha permesso di vivere piuttosto bene. Ossia il massimo che uno può avere dalla vita, almeno dal mio punto di vista. Non a caso, la notizia della morte di Vittoria è stata data dal sito di Repubblica con un titolo esplicativo: «L’uomo che viveva il giornalismo».

Cronista e scrittore, Vittorio Zucconi è stato corrispondente dagli Stati Uniti per Repubblica e direttore del sito e di Radio Capital. Era originario di Bastiglia, in provincia di Modena, e figlio di Guglielmo, altro nome illustre del giornalismo, già direttore della Domenica del Corriere e de Il Giorno. La firma di Vittorio Zucconi era apparsa nelle prime pagine de La Stampa, del Corriere della Sera e, appunto, di Repubblica. E’ stato il primo giornalista italiano di un grande quotidiano inviato come corrispondente a Tokyo (idea di Giorgio Fattori che dirigeva all’epoca la Stampa). Poi corrispondente da Bruxelles, quando l’Europa era ancora in formazione, da Mosca durante la guerra fredda, da Parigi, da Washington, per la durata di sei presidenti in un trentennio. Fra i suoi colpi, o se vogliamo scoop, la scoperta dello scandalo Lockeed (aerei comprati dall’Italia in virtù di tangenti concesse a ministri e generali, per il quale l’allora presidente della Repubblica, Giovanni Leone, fu costretto a dimettersi). Tra le pubblicazioni figurano anche Si fa presto a dire America (1988); Parola di giornalista (1990); Si fa presto a dire Russia (1992); Viaggio in America (1993); La scommessa; Cento giorni per amare l’Italia (in collaborazione con il padre Guglielmo, 1993); Gli spiriti non dimenticano; Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux (1996); Storie dell’altro mondo. La faccia nascosta dell’America (1997); L’aquila e il pollo fritto. A partire dal 2007 insegna storia italiana contemporanea nel Vermont, al Middlebury College, dove tiene corsi estivi di giornalismo per post laureati.

Vittorio Zucconi è stato anche direttore dell’edizione web di Repubblica, dalla creazione fino al 2015, ma anche direttore dell’emittente Radio Capital fino al 2018. Su questa radio, curava una rubrica di filo diretto con gli ascoltatori, in onda una una volta al giorno, e la trasmissione del preserale TG Zero. Sulla pagina web di Radio Capital si presentava così: «Vive con moglie, figli, cane e colesterolo troppo alto tra Roma, la città santa, e Washington, la città di Monica Lewinsky. Scrive articoli per passare il tempo e per pagare le rate del mutuo. Ama la buona musica, le buone notizie e tutte le pietanze che non dovrebbe mangiare mai. Non ama i teatrini della politica, i bugiardi, i tromboni, le tasse, la pena di morte e le radio che chiacchierano troppo. Chiacchiera ed intervista anche bugiardi e tromboni…». Curava inoltre una rubrica sul settimanale D – la Repubblica delle Donne e la rubrica Parola di Nonno sulla rivista bimestrale Kids. Diceva: «Come vorrei, certi giorni, che davvero i giornali raccontassero soltanto balle». Ecco, ricomincio dal principio: si è divertito parecchio facendo il suo lavoro: scrivendo e parlando. Sicuramente starà già tenendo conferenze, Lassù, in inglese e in italiano. Ciao Vittorio.


Bennucci

Sandro Bennucci

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