Bruxelles: battaglia in Consiglio europeo per la nomina del presidente della Commissione Ue
BRUXELLES – Nessuno ha interesse ad un conflitto interistituzionale tra il Consiglio e il Parlamento Europeo sulla nomina del presidente della Commissione. Lo sottolinea il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, al termine della riunione informale dei leader Ue a Bruxelles. «E’ stato chiaro fin dall’inizio – continua Tusk – che per il Consiglio Europeo gli obblighi previsti dai trattati sono più importanti delle idee o delle trovate politiche. Per questo abbiamo ripetuto la nostra posizione, che è stata dichiarata nel febbraio 2018. Non c’è automatismo e per il Parlamento non c’è problema ad accettare questo fatto. Tutti i leader però – aggiunge – vogliono avere il rapporto migliore possibile con il Parlamento Europeo durante i negoziati: vogliamo rispettare il Parlamento Europeo durante il procedimento. E di sicuro non è uno svantaggio essere uno Spitzenkandidat. Credo che troveremo il miglior modo per negoziare con il Parlamento, perché è interesse dientrambi trovare una maggioranza che consenta di scegliere il prossimo presidente della Commissione».
BCE – Quanto alla Bce Tusk ha affermato: «Il mio messaggio è chiarissimo;la Bce non è aperta alla concorrenza tra le parti, deve rimanereindipendente dalla politica. Tutti imiei interlocutori sono consapevoli di questa mia posizione. Mai trattati ci affidano il compito di prendere la decisione sulla nomina del presidente della Bce su raccomandazione deiministri delle Finanze».
DONNE – «Non è solo un’aspirazione mia avere un equilibrio di genere nelle istituzioni Ue. C’era una maggioranza molto visibile attorno al tavolo determinata come me su questo. Equilibrio di genere significa almeno due donne ai vertici dell’Ue». Un chiaro assist alla candidatura di Angela Merkel. La quale ha dichiarato: «Sulle nomine ai vertici delle istituzioni Ue tutti devono essere tolleranti e pronti al compromesso».
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lascia il Consiglio europeo straordinario a Bruxelles senza rilasciare dichiarazioni alla stampa. Al termine del vertice, il premier è rimasto davanti
all”uscita dell”edificio del Consiglio in attesa che arrivasse la sua auto, in ritardo. Non era previsto che parlasse in uscita, dopo aver dichiarato all”ingresso, ma i cronisti hanno comunque provato a porgli diverse domande sul vertice e sulla situazione dell”Italia. Il premier non ha risposto e si è
limitato a sorridere.