Tria all’Ue: «Meno spesa per Reddito e Quota 100. E no aumento Iva». Ma Di Maio lo smentisce
ROMA – E’ giallo nel governo. Il ministro Tria scrive una lettera a Bruxelles rassicurando l’Ue sulle buone intenzioni dell’Italia, soprattutto di voler tagliare reddito di cittadinanza e quota 100 e senza aumentare l’Iva. Ma il vicepremier Di Maio insorge: non ne sapevo nulla, noi non taglieremo niente. E allora? Con quante voci parla questo governo? Intanto vediamo che cosa ha scritto Tria: «Il Governo sta avviando una nuova revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022». In un altro passaggio della lettera le nuove politiche di welfare vengono esplicitate come reddito di cittadinanza e quota 100.
«In linea con la legislazione in vigore – scrive il ministro – il programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l’1,3 per cento del Pil, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020. I partiti politici hanno espresso riserve circa il previsto aumento dell’Iva, ma abbiamo comunque un ventaglio di misure alternative onde garantire il suddetto miglioramento strutturale».
Il Governo – si legge ancora nella lettera – intende introdurre «ulteriori misure per semplificare il sistema fiscale e migliorare la fedeltà fiscale. Il Parlamento ha invitato il Governo a riformare, fatti salvi gli obiettivi di riduzione del disavanzo per il periodo 2020-2022, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, riducendo il numero degli scaglioni e la pressione fiscale gravante sulla classe media. Si effettuerà anche una revisione di detrazioni ed esenzioni fiscali».
Tutto ok? No, ecco la smentita di Luigi Di Maio che, ancora sotto choc per il risultato elettorale, vuol forse far vedere che conta sempre qualcosa: «La lettera preparata dal ministro Tria con la Lega? Il M5S non ne sa nulla, non ce ne siamo occupati noi, non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali, ne’ il reddito ne’ quota 100». Morale? Com’è possibile che questo governo vada avanti in queste condizioni? Ne va anche della credibilità del nostro Paese, ora così bassa come poche altre volte.