Lavoratori pubblici: contro il governo manifestazione unitaria promossa da Cgil, Cisl e Uil
ROMA – I lavoratori pubblici di Cgil, Cisl e Uil scendono in piazza: domani sfileranno in migliaia per le vie del centro della Capitale. Venerdì prossimo invece incroceranno le braccia i metalmeccanici, con manifestazioni a Milano,
Firenze e Napoli. Sabato scorso a scendere in piazza San Giovanni erano stati i pensionati, preceduti dai presidi
organizzati dai dipendenti delle imprese di pulizia. Un mese fa si erano mosse le categorie dell”agroalimentare. Ancora prima si erano fatti sentire gli edili.
E’ un’agenda fitta, lanciata a febbraio e caratterizzata da iniziative unitarie che culmineranno il 22 giugno a Reggio
Calabria, quella che mobilità i sindacati in questo mese di giugno. Dal Sud partirà probabilmente l”ultimatum al Governo. Si guarda già all”autunno. L’escaltion programmata dal sindacato parla chiaro. Senza risposte ci si prepara a tutto. E lo sciopero generale non è escluso. L”ultimo di quattro ore in un giorno, con tutte le categorie coinvolte, risale al 2004, sotto il Governo Berlusconi
Intanto domani i sindacati chiederanno «il rinnovo di tutti i contratti e un piano straordinario di assunzioni nelle
amministrazioni pubbliche, in grado di compensare l’esodo accelerato da Quota 100». Sono infatti previsti in uscita mezzo milione di lavoratori. E una fetta di questi, denuncia la Cgil, rischia di andarsene senza la tranche di liquidazione (fino a 45 mila euro) promessa dall”esecutivo, visto che ancora manca il decreto.
A piazza della Repubblica, da dove partirà il corteo, sono attesi un centinaio di pullman da tutta Italia. Da lì ci si
dirigerà verso piazza del Popolo da dove parleranno i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa. Dietro agli striscioni e sotto al palco non mancheranno i tre leader confederali: Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Un vero confronto con il ministro della P.a, Giulia Bongiorno, secondo le sigle del pubblico impiego non si è mai aperto. Tanto che a fine aprile i sindacati di categoria hanno scritto al premier Giuseppe Conte. Il ministero ha rivendicato la sua disponibilità e lo sforzo fatto in manovra per alimentare i fondi destinati ai rinnovi e
all”occupazione. A Cgil, Cisl e Uil non basta, visto che calcolano in 22 euro lordi la ricaduta in busta paga.
Soprattutto temono che senza un ricambio generazionale i servizi pubblici, quelli sanitari inclusi, possano andare in tilt. Meno privatizzazioni e più servizio pubblico è la ricetta di Landini. Di certo per Furlan la politica dei tagli continui agli organici è una cosa intollerabile. Barbagallo aspira a una riforma condivisa, anche perché, dice, non è possibile che, prima, un Governo tessa la tela e, poi, il successivo la scucia.
Quella dei dipendenti pubblici è una protesta che non può non appellarsi direttamente al Governo, in questo caso anche datore di lavoro. Il 14 giugno andrà in scena invece il motore dell”industria: i metalmeccanici, che chiamano in causa sia lo Stato che le imprese, da un canto per accelerare sulle retribuzioni, dall”altro per mettere un freno alle morti sul lavoro. Il tutto mentre si lavora vertenze come sulla di Whirpool e Mercatone Uno.
La stagnazione, il rischio di una procedura di infrazione e la messa a punto di una manovra delicata rendono la situazione ancora più complessa. La sala verde di palazzo Chigi, simbolo della concertazione, era stata riaperta a marzo per avviare incontri sul salario minimo e sullo Sblocca carnieri. Sul primo a livello tecnico il tavolo resiste. Quanto al secondo, invece i sindacati hanno lamentata l’assenza di un confronto, criticando aspramente anche i contenuti del provvedimento.