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Tasse: Imu e Tasi, il 17 stangata da 10 miliardi di euro, i proprietari pagheranno ai Comuni l’acconto 2019

ROMA – Entro il prossimo 17 giugno i proprietari di immobili sono chiamati a pagare l’acconto per l”Imu e la Tasi relativo all”anno 2019. Dovranno ciò versare nelle casse dei Comuni (e dello Stato per la parte di sua
competenza per gli immobili di categoria catastale D) oltre 10 miliardi di euro e questo per il settimo anno di fila. Lo
calcola la Confedilizia che in un comunicato ricorda che la novità principale di quest”anno è che i Comuni a differenza del triennio scorso potranno deliberare aumenti delle aliquote per le varie tipologie di immobili sottoposte alle due imposte (quali, per esempio, abitazioni principali di categoria catastale A1, A8 e A9, seconde case, negozi, aree edificabili ecc.). Tra i capoluoghi che hanno modificato le aliquote, in aumento e in calo, ci sono: Avellino, Biella, La Spezia, Lucca, Pavia, Taranto, Torino, Udine e Vercelli.

“Questi dati servono a ricordare che sugli immobili la patrimoniale c’è già ed è molto pesante – afferma il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – Questo ha un chiaro effetto negativo sull”economia perchè si drenano risorse delle famiglie che poi si traducono in minori consumi”.
La Confedilizia ha fatto un primo esame delle delibere pubblicate sul sito delle Finanze (alla data del 4 giugno
scorso) e segnala alcuni Comuni capoluogo di Provincia che hanno modificato in vario modo le aliquote.
Avellino incrementa le aliquote Imu e Tasi fino ai limiti massimi stabiliti dalla legge, portando molte fattispecie al
10,6 per mille (compresi gli immobili locati a canone concordato che nel 2018 avevano l”aliquota pari al 10,5 per mille). La Spezia aumenta l”aliquota Imu per gli immobili locati ad uso di abitazione principale con contratto a canone concordato (che passa da 4,6 a 6 per mille) nonché per alcuni immobili che vengono concessi in locazione a studenti universitari. Torino aumenta, tra le altre fattispecie, l”aliquota per gli immobili locati a titolo di abitazione principale e a canone concordato (da 5,75 a 7,08 per mille).
In alcuni casi le modifiche sono in calo. Biella riduce l’aliquota Tasi per le abitazioni principale (che passa così da
3,3 a 2,5 per mille). Lucca azzera la Tasi per tutti e così pur prevedendo, per esempio, un’aliquota Imu più alta dello scorso anno per le abitazioni principali (che passa da 5 a 6 per mille) nel complesso riduce il prelievo sulle stesse (da 6,8 a 6 per mille). Pavia riduce l”aliquota Imu per le abitazioni locate a canone concordato (che passa da 10,6 a 9,6 per mille). Taranto elimina l”aliquota Tasi per le abitazioni principali, che quindi pagheranno solo l”Imu (con la somma delle aliquote che passa, causa l”azzeramento Tasi, da 6,5 a 4 per mille). Vercelli riduce l’aliquota Imu per gli immobili locati a canone concordato (da 8,5 a 8 per mille).

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