Consiglio Ue: nomine vertici europei, nulla di fatto, si replica il 30 giugno
BRUXELLES – L’Europa ha confermato i suoi disaccordi interni e la sua pratica inutilità. Fumata nera per le nomine. Si rinnova il balletto fra inutili istituzioni e inutili rappresentanti politici. Il Consiglio Europeo «ha avuto una piena discussione sulle nomine, tenendo conto delle consultazioni e delle dichiarazioni fatte nel Parlamento Europeo. Non c’è stata alcuna maggioranza su nessun candidato. Il Consiglio ha concordato sulla necessità di un pacchetto che rifletta la diversità dell’Ue: ci incontreremo ancora il 30 giugno. Nel frattempo, continuerò le consultazioni, anche con il Parlamento Europeo». Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, in conferenza stampa alle due del mattino passate, al termine della prima giornata del summit a Bruxelles. «Ho constatato con un certo piacere, una certa soddisfazione e sì, con felicità, che sembra che non sia facile sostituirmi», ha gigioneggiato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Sicuramente sarà impossibile trovare uno peggio di lui.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rientrato a tarda notte all’hotel Amigo, dopo la prima giornata del vertice dei capi di Stato e di governo ha spiegato i motivi dello stallo: «A far saltare il principio degli Spitzenkandidaten, i candidati di punta alla presidenza della Commissione Europea, è stata l’impulsività di alcuni protagonisti delle trattative. Nella riunione a cena, dice Conte, non abbiamo fatto nomi, perché li avremmo bruciati. A quel punto, quando il criterio dello Spitzenkandidat non va, allora…. Quanto allo Spitzenkandidat del Ppe Manfred Weber ci sarà rimasto malissimo, ma non l’ho chiamato».
«Purtroppo dobbiamo stare lì e dobbiamo chiudere. Il 30 facciamo l’alba sicuro, venite riposati», dice il premier ai giornalisti. E ha poi aggiunto: «Il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier ha un grosso limite nella corsa alla presidenza della Commissione Europea, che è la sua nazionalità. E’ chiaro che è sempre del Ppe – dice Conte – ma è chiaro che, se mi bruci il tedesco (Manfred Weber, Spitzenkandidat del Ppe, ndr), adesso accetto il francese? Come profilo di candidato Barnier ha le qualità che richiedevo, in termini di visione, ma è un po’ difficile che passi. Io ragionerei così: mi hai bruciato il tedesco, adesso non ti accetto il francese», E domanda se sia vero che all’Italia sia stata offerta la presidenza del Consiglio Europeo per Enrico Letta Conte risponde: «A me non ha offerto niente nessuno».