Il salario minimo in Italia e in Europa. La proposta di Di Maio
Qual è la proposta del M5s
Il 12 luglio 2018, il M5s ha presentato un disegno di legge a prima firma della senatrice Nunzia Catalfo – presidente della Commissione Lavoro al Senato– dal titolo “Disposizioni per l’istituzione del salario minimo orario”. Al 19 giugno 2019, il testo era in corso di esame in commissione. Il disegno di legge ha cinque articoli e propone l’introduzione di “una retribuzione complessiva proporzionata e sufficiente alla quantità e qualità del lavoro prestato […] non inferiore a 9 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali”. In sostanza, se questa proposta diventasse legge, 9 euro lordi sarebbero la paga oraria minima che i datori di lavoro dovranno essere obbligati a corrispondere ai propri dipendenti.
Come funziona in Europa
La Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofond) è un’agenzia dell’Unione europea che ogni anno pubblica un rapporto sul salario minimo nei Paesi Ue. Secondo l’ultimo report annuale – pubblicato il 4 giugno 2019 – 22 Stati membri su 28 hanno una qualche forma di salario minimo stabilito per legge. I sei Paesi a non averla sono Italia, Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Cipro. Ne è sprovvista anche la Norvegia, che non è membro Ue ma fa parte del mercato comune europeo.
Qual è dunque la paga minima oraria nei Paesi menzionati da Di Maio?
Secondo i dati Eurofond relativi al 2018, lo scorso anno il salario minimo mensile in Portogallo era di 676,67 euro lordi e in Spagna di 858,55 euro lordi, cifre sostanzialmente in linea con quelle riportate dal ministro. Discorso analogo vale per gli altri sette Paesi, ossia quelli in cui la paga lorda mensile ha per legge una soglia minima superiore ai 1.000 euro. Considerando tasse e contributi, nel 2018 un lavoratore o una lavoratrice nel Regno Unito non potevano guadagnare meno di 1.638,36 euro; in Francia meno di 1.498,47 euro; in Germania meno di 1.497,79 euro; nei Paesi Bassi meno di 1.578 euro; in Belgio meno di 1.562,59 euro; in Irlanda meno di 1.613,95 euro; e in Lussemburgo meno di 1.998,59 euro.
Il valore nominale di questi salari minimi (che non tiene conto, per esempio, dell’aumento del costo della vita) è cresciuto però nel 2019, con margini diversi da Paese a Paese. In Spagna, il salario minimo mensile è aumentato addirittura del 22 per cento, arrivando a 1.050 euro lordi (circa +1,10 euro lordi all’ora). Quest’anno in Portogallo la paga minima al mese è invece salita a 700 euro (+3,45 per cento), così come nel Regno Unito (1.746,73 euro, +4,85 per cento), in Francia (1.521,22 euro, +1,52 per cento), in Germania (1.557,09 euro, +3,96 per cento), nei Paesi Bassi (1.615,80 euro, +2,4 per cento), in Belgio (1.593,76 euro, +1,99 per cento), in Irlanda (1.656,20 euro, +2,62 per cento) e nel Lussemburgo (2.071,10 euro, +3,63 per cento).
L’unico Stato membro dei 22 in cui non si è verificato un aumento è stato la Lettonia (con una paga minima mensile di 430 euro, rimasta invariata tra il 2018 e il 2019).
I 9 euro proposti dal M5s
Oggi in Italia non esiste una legge che impone una retribuzione minima oraria, ma nella maggior parte dei casi i datori di lavoro sono comunque obbligati a rispettare i minimi contrattuali salariali stabiliti dai contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl). Se la proposta del M5s diventasse legge, però, i 9 euro lordi dell’Italia costituirebbero una retribuzione oraria più bassa di quella garantita da Belgio (9,41 euro); Francia (10,03 euro); Germania (9,19 euro); Irlanda (9,80 euro); Lussemburgo (11,97 euro); Paesi Bassi (9,33 euro); e Regno Unito (9,54 euro).
Questo confronto però è parziale, dal momento che, tra le altre cose, non considera il potere d’acquisto, come ha spiegato a marzo 2019 l’economista dell’Ocse Andrea Garnero in audizione alla Commissione Lavoro della Camera. Infatti, vista la differenza tra le due economie, 9 euro lordi in Italia non sono la stessa cosa che 9 euro in Germania.
A gennaio 2018 – commentando una proposta del Partito democratico – lo statistico economico Thomas Manfredi, che lavora all’Ocse, aveva evidenziato che un salario minimo legale superiore ai 9 euro lordi orari sarebbe stato pari a circa l’80 per cento della retribuzione mediana italiana, raggiungendo uno dei livelli più alti tra i Paesi Ocse.
Cambiano poi di Paese in Paese il numero di ore lavorate, che fanno lievitare le cifre a livello mensile e modificare il confronto a livello internazionale. In tutto il 2017, per esempio, secondo i dati Ocse in Italia le ore effettivamente lavorate per lavoratore sono state in totale 1.723, contro le 1.513 in Francia e le 1.356 in Germania.
Conclusione
Secondo il leader politico del M5s Luigi Di Maio, la proposta del suo partito di introdurre in Italia una legge sul salario minimo è in scia con quanto presente in molti Paesi europei. Ma le rilevazioni del 2019 dimostrano che in Portogallo non si può guadagnare meno di 700 euro lordi al mese, in Spagna meno di 1.050 euro, mentre in Francia, Regno Unito, Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Germania la retribuzione minima mensile resta abbondantemente superiore ai 1.500 euro lordi.