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Sea Watch: visto lo stallo il capitano Carola Rackete pensa di entrare in porto a Lampedusa

PALERMO – Il Giornale di Sicilia di oggi spiega la situazione dei volontari e dei migranti sulla sea Watch, che è da dieci giorni ferma davanti a lampedusa. Cresce la tensione sulla nave Sea Watch, come spiega la stessa Giorgia Linardi, portavoce della Ong. “E’ sempre più difficile mantenere la situazione sostenibile a bordo, non sappiano per quanto ancora possiamo continuare”. Linardi parla di un dilemma per la comandante della nave, Carola Rackete: «Esercitare il proprio dritto ad entrare in porto per via della situazione di emergenza a bordo o rispettare l’interdizione disposta dalle autorità italiane? Nel primo caso scatterebbe il decreto sicurezza bis, con la possibilità di sequestro della nave ed una multa fino a 50mila euro per la stessa comandante e la ong, con un altissimo rischio di criminalizzazione». I naufraghi – lamenta Sea Watch – sono a bordo da 10 giorni. Il rispetto dell’interdizione all’ingresso determina un penoso stillicidio mentre non abbiamo indicazioni alternative.

Ma la Ong e la comandante debbono riflettere bene sul da farsi, visto che il Tribunale dei ministri di Catania, nella motivazione della sentenza con la quale ha archiviato l’accusa di sequestro di persona, contro Salvini e mezzo governo, aveva espressamente affermato che una delle ragioni principali era proprio l’ingresso di Sea Watch nel territorio italiano senza le necessarie autorizzazioni. Questa volta si tratterebbe addirittura di violazione di un espresso divieto di legge, del quale – come afferma Salvini – la Ong tedesca e la nave olandese se ne fregano bellamente.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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